giovedì 19 gennaio 2012

L’Iran aiuta la Siria a vendere il petrolio


Lo rivela il WSJ. Damasco raggira l’embargo grazie alla collaborazione di Teheran
L’Iran aiuta la Siria a mettere in commercio il suo petrolio, nonostante l’embargo imposto dagli Stati Uniti e dall’Unione europea. E’ quanto riporta il Wall Street Journal, che cita fonti del dipartimento del Tesoro Usa. Le fonti hanno spiegato di essere venute a conoscenza di un carico di greggio siriano fatto arrivare in Iran e da lì immesso sul mercato internazionale, con un ritorno dei guadagni al regime di Damasco.
DA DAMASCO A TEHERAN - L’operazione risale a novembre scorso, quando le autorità iraniane sono riuscite a far imbarcare, attraverso una società con sede a Dubai, 91mila tonnellate di petrolio siriano sulla nave Mire, di proprietà greca ma registrata in Liberia. Il carico è stato imbarcato tra il 19 e il 21 novembre nel porto siriano di Baniyas, da dove è partito alla volta del terminale petrolifero iraniano di Ras Bahregan. La Mire è coperta da un’assicurazione americana, tramite la quale Washington è venuta a sapere dell’operazione e ha tentato invano – anche con l’aiuto della Liberia – di fermarla. Il carico è arrivato a destinazione nelle settimane successive. Nessun commento ufficiale è arrivato da Teheran. Un portavoce dell’ambasciata iraniana presso le Nazioni Unite, interpellato dal WSJ, si è limitato a ricordare che non ci sono sanzioni internazionali sulla Siria che l’Iran sia tenuto a rispettare.
USA ED EUROPA PREOCCUPATE - Le preoccupazioni americane non sono rivolte solo alla Repubblica Islamica, ma anche alla Russia. Usa ed Europa hanno cominciato a intensificare il monitoraggio dei collegamenti navali ed aerei tra Siria e Russia dopo che, la scorsa settimana, una nave inviata da Mosca, la Chariot ha consegnato alla Siria un enorme carico di armi, come confermato dallo stesso ministero degli Esteri russo. In base a dati statistici ufficiali siriani, prima della rivoluzione in corso contro il regime di Bashar al-Assad un terzo degli introiti di Damasco derivavano dalla vendita del suo petrolio all’Europa. Le sanzioni adottate tanto a Washington quanto a Bruxelles hanno colpito proprio questo settore e il governo siriano ha annunciato nei mesi scorsi che avrebbe dirottato le sue esportazioni verso grandi consumatori asiatici di petrolio, come la Cina e l’India. (Adnkronos)

Nessun commento:

Posta un commento