lunedì 14 gennaio 2008

Marmo, una settimana per superare la crisi

Vertice stamattina in prefettura sulla crisi del settore lapideo. Ancora pochi giorni e le imprese saranno costrette a chiudere. D’Alì pronto a volare a Roma per chiedere chiarimenti al Ministero Vertice in prefettura per affrontare la crisi del settore marmifero. Da diverse settimane le aziende non sanno dove conferire i residui della lavorazione. E se non si troverà una soluzione, lo scenario che si prefigura è quello della chiusura. Ancora pochi giorni e le aziende che operano nel settore del marmo saranno costrette a chiudere. Con buona pace di un settore attorno a cui ruotano 300 imprese tra cave e segheria, un giro di affari annuo di oltre 120 milioni di euro, con un indotto occupazionale di ben 3.000 lavoratori, con all’attivo un totale di 300 aziende tra cave e segherie. La situazione è davvero grave, se si considera che gli imprenditori, ormai esasperati, sono sul punto di chiudere le loro aziende. Per il semplice motivo che non sanno dove portare i residui della lavorazione del marmo. I problemi sono nati con l’entrata in vigore di una nuova normativa, che vieta il conferimento degli scarti nei siti di ripristino ambientale. Nel territorio manca poi una discarica ad hoc dove andare a stoccare e trattare i residui provenienti dalla lavorazione del marmo. I nuovi vincoli dettati dal Ministero dell’Ambiente hanno finito così col bloccare il comparto. Nelle scorse settimane è stato costituito un comitato per l’emergenza marmo, che questa mattina, per bocca di Aldo Grammatico, è tornato a denunciare il difficile momento che sta vivendo il settore, dicendo chiaro e tondo come da qui ad una settimana gli imprenditori saranno costretti a chiudere. Con tutte le conseguenze che ne derivano, soprattutto in termini di occupazione. Il comitato ha chiesto un provvedimento d’urgenza per evitare la paralisi del comparto. E mercoledì il presidente della Provincia Antonio D’Alì sarà a Roma, al Ministero dell’Ambiente per cercare di trovare una soluzione che permetta di superare questa crisi e scongiurare il peggio. Un modo, insomma, per concordare con il Ministero sul da farsi e puntare comunque sul riutilizzo dei materiali di scarto. Mario Torrente http://www.telesud3.com/news/show_news.php?uid=3035

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