martedì 26 febbraio 2008

Oltre dieci paesi coinvolti nello scandalo fiscale del Liechtenstein

Il tranquillo paradiso fiscale del Liechtenstein si è trasformato nell'epicentro di un'enorme bufera, uno scandalo di evasione fiscale che non conosce confini, dagli Stati Uniti all'Australia passando per l'Europa.La prima è stata l'inchiesta tedesca centrata sulla banca Lgt del principato alpino. Un'indagine che ha consentito di smascherare 170 evasori tedeschi, che depositavano il denaro in fondazioni per non pagare le tasse."Secondo quanto abbiamo scoperto finora - spiega il procuratore tedesco Hans Ullrick Krueck - nella fondazione erano depositati beni per 200 milioni di euro. Nascondendo questo capitale, si sono evase tasse per cifre immense".A febbraio la cancelliera Angela Merkel ha chiesto più trasparenza al premier del Liechtenstein, Otmar Hasler, in visita a Berlino. Era appena scoppiato lo scandalo dell'enorme frode fiscale attuata dall'amministratore delegato di Deutsche Post Klaus Zumwinkel.Zumwinkel si è dimesso, ma l'inchiesta sul suo caso ha portato i servizi segreti tedeschi a ottenere, pagandole caro, informazioni riservate sui conti in Lichtenstein.Informazioni che poi Berlino ha passato ad altri paesi: l'Italia ha trovato molti suoi cittadini nell'elenco degli evasori, gli Stati Uniti hanno aperto un'inchiesta su cento persone, l'Australia su venti.

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