martedì 26 febbraio 2008

Sesso made in Usa Moralisti e allupati

Un reporter racconta i vizi segreti degli americani MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORKGruppi di evangelici che ascoltano lezioni di sesso dal loro reverendo a cui poi lasciano laute donazioni, giovani del Texas e del Tennessee che spendono i propri risparmi nel fine settimana per iscriversi a corsi di aggiornamento sadomaso, sex shop in Arizona frequentati da impiegati, commercianti e imprenditori che acquistano ogni sorta di prodotti. Sono solo alcuni tasselli di «Unzipped America» (America sbottonata), il libro uscito negli Stati Uniti per i tipi di Harmony Book con il sottotitolo «in cerca del sesso e della soddisfazione» che raccoglie gli appunti raccolti dal reporter Brian Alexander in oltre un anno di viaggio in incognito attraverso grandi metropoli, eleganti sobborghi e piccoli centri dello sterminato entroterra per raccontare come i cittadini della nazione più religiosa dell’Occidente vivono il rapporto con il sesso. La conclusione di Alexander è nella constatazione che «gli americani votano con i soldi» e dunque per capire quanto sesso consumano bisogna osservare come li spendono. Ciò che ne esce è la radiografia di una nazione che pur essendo «quotidianamente imprigionata nel timore del peccato» insegue ogni tipo di prodotto che abbia a che fare con le più differenti declinazioni del sesso.Per documentare questo fenomeno Alexander si è mischiato ai consumatori, fingendosi un fedele evangelico, un fan delle abitudini fetish più estreme oppure un semplice commesso di sex shop. «Ho voluto vedere da vicino l’America sbottonata» racconta Brian Alexander, che lavora per la tv Msnbc con la qualifica di «Sexploration columnist», e così si è seduto a San Diego, in California, sulle panche del «Family Dynamics» ovvero il gruppo religioso del reverendo Joe Beam secondo il quale «tutto ciò che non è proibito nella Bibbia è permesso».
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