sabato 16 febbraio 2008

Un giallo affonda il titolo Telecom

"Situazione finanziaria compromessa":ma Bernabè non l'aveva mai detto.
MILANO
Se per i mercati la giornata è complicata - con le Borse europee che bruciano 147 miliardi con perdite tra l’1,5 e il 2% - per Telecom Italia è addirittura drammatica: -4,6%, 1,82 euro sarà il fermo immagine finale, dopo un picco negativo del 7% ai minimi dal marzo 2003. Un tonfo che nasce al termine del primo incontro tra l’amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, e i sindacati in vista del varo del piano industriale. Al termine della riunione l’interpretazione della Uilcom fa scatenare l’inferno nelle sale operative. «Bernabè - riporta una nota del sindacato - ha sottolineato di aver trovato un’azienda impoverita dal punto di vista industriale, internazionale e finanziario e compromessa dal punto di vista finanziario». Proprio così: compromessa. Quindi, il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani spiega come il rientro dal debito «non sarà un processo rapido». E ancora: Emilio Miceli, segretario generale della Slc-Cgil dice alle agenzie che «l’incontro è stato positivo, ma è la situazione che è drammatica. Telecom deve fare i conti con l’eredità del passato. È un’azienda che è stata vandalizzata e impoverita. Bisognerà ricapitalizzare e abbattere i dividendi che hanno distrutto gli utili. L’alternativa è disastrosa».Parole pesantissime, che a Piazza Affari trovano facile eco. Alla parola «compromessa», rilanciata nel primo pomeriggio dall’agenzia internazionale Bloomberg, il titolo comincia a precipitare senza rete: -7%. È troppo. Dal quartier generale fanno partire un primo comunicato: «Telecom Italia smentisce fermamente che nel corso dell’incontro sia stato fatto alcun riferimento da parte dello stesso amministratore delegato alla politica dei dividendi, ad aumenti di capitale o alla sostenibilità del debito», che a settembre era di 37,4 miliardi di euro, circa tre volte il Mol. Il disastro sul listino prosegue e da Telecom parte la seconda bordata, con l’annuncio di «aver dato mandato ai legali per assumere tutte le iniziative a tutela della stessa società e del mercato in relazione alla disciplina degli abusi di mercato».Di fronte a tale cannoneggiamento il titolo reagisce un po’, ma la frittata ormai è fatta. Finisce così una giornata che per Telecom avrebbe dovuto essere di ordinaria amministrazione. Del resto gli stessi sindacati si erano detti soddisfatti della svolta industriale di Bernabè. Che nel corso dell’incontro avrebbe detto di avere davanti a sé «un lungo e duro lavoro per rimettere in sesto la situazione», che certo il «periodo è difficile, la situazione è complessa ma noi abbiamo le idee chiare per gestirla e superarne le problematiche», puntando ad esempio sulla telefonia mobile «che può avere un ruolo importante e propulsivo». Insomma, non più solo finanza: «Vogliamo riportare al centro gli aspetti e le sfide industriali di Telecom», avrebbe detto Bernabè. Poi, certo, l’obiettivo «è quello di ridurre i debiti», ma di tempi, cedole e ricapitalizzazioni non si sarebbe parlato.A sera Bruno Di Cola, segretario generale Uilcom, corregge il tiro e parla di «impressioni e interpretazioni personali sulla situazione finanziaria e industriale dell’azienda».Anche senza il caso Telecom, per le borse ieri è stata una giornata complicata. I segnali di debolezza dell’economia Usa e l’allarme lanciato da Ubs su nuove svalutazioni di crediti a rischio da parte delle banche (si parla di 200 miliardi di dollari) hanno piegato i listini di tutta Europa. Così Milano ha perso l’1,42% (Mibtel), Francoforte l’1,87, Londra l’1,56 e Parigi l’1,79%. New York ha invece contenuto le perdite col Dow Jones a -0,23%.

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