E' deceduta la donna di 70 anni ricoverata a Modena che soffriva di una malattia neurologica degenerativa e che aveva chiesto al marito (da lei nominato amministratore di sostegno in base a una legge del 2004) di opporsi a una probabile tracheotomia 'salvavita' su di lei. E il magistrato ha dato ragione alla coppia con una decisione innovativa e senza precedenti in Italia. (1)La novita' del caso di Modena pero' non e' tanto nell'applicazione della legge del 2004 che ha istituito l'amministratore di sostegno, ma l'applicazione piena dell'articolo 32 della Costituzione anche per i pazienti colpiti da malattie che impediscono loro di esprimersi. Il fatto importante e nuovo e' che per la prima volta si riconosce un principio che da tempo anche noi invochiamo: il rispetto della propria volonta' in materia di trattamenti sanitari, in qualunque modo sia essa manifestata, e' gia' un diritto costituzionalmente sancito.L'intervento del legislatore e' quindi superfluo, come scrive lo stesso giudice tutelare di Modena Guido Stanzani, se esso pretende di introdurre un diritto che gia' esiste. Sarebbe poi anticostituzionale se addirittura limitasse questo diritto escludendo la possiblita' di rifiutare alcuni trattamenti come l'alimentazione e l'idratazione artificiale. E' invece un intervento auspicabile quello del legislatore teso a facilitare l'esercizio di un diritto che attualmente e' poco rispettato, istituendo ad esempio una banca dati accessibile in tempo reale dai medici che si trovano di fronte un paziente che ha perso la capacita' di comunicare la propria volonta'.
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