sabato 23 agosto 2008

L'Azerbaijan sceglie l'Iran per il transito del petrolio, gli americani hanno perso ancora

Come abbiamo appreso dal notiziario le tensioni createsi nella regione del Caucaso tra Russia e Georgia hanno messo in pericolo la sicurezza degli oleodotti dell'Azerbaijan e così l'ex repubblica sovietica ha dichiarato di aver scelto l'Iran per far transitare il proprio petrolio. Secondo la dichiarazione della compagnia petrolifera dell'Azerbaijan il metodo di transito sarà lo Swap, o scambio; da Settembre il petrolio del paese verrà consegnato al porto iraniano di Neka e verrà restituito dall'Iran sulla riva del Golfo Persico. Morale della favola, l'Azerbaijan esporterà con sicurezza assoluta il suo petrolio e dall'altra l'Iran beneficierà degli introiti del transito del petrolio.La notizia, per quanto possa sembrare semplice, significa una vittoria storica per l'Iran ed una sconfitta storica per Washington. Ecco il perche.Tutto iniziò dall'anno dell'indipendenza dell'Azerbaijan, da quando, insomma, il paese si pose dinanzi il problema di come esportare il proprio petrolio. Sin dall'inizio la maggiorparte degli esperti internazionali suggerì che usufruire della disponibilità dell'Iran per lo scambio del petrolio era la migliore e la più economica via.L'Azerbaijan però non scelse questa via ottimale sotto la pressione degli Stati Uniti che erano pronti a qualsiasi soluzione a patto che non si favorisse in alcun modo l'Iran. Così entrò in ballo il tortuoso tragitto dell'oleodotto che infine venne costruito ed attraverso Georgia e Turchia portava in mare aperto il petrolio del paese.L'oleodotto Baku-Tblisi-Ceyhan con una lunghezza complessiva di 1770 km, che è in Georgia per 260 km e in Turchia per 1076 km, costò la fortuna di 3600 milioni di dollari e secondo quanto ammise Wafa Qaizade, il consigliere dell'ex presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliev, venne imposto dal presidente Clinton al suo paese.Ora però a distanza di anni, la guerra in Georgia e gli scontri tra Turchia e ribelli del P.K.K. dimostrano come fossero sagge le voci che dall'inizio suggerivano all'Azerbaijan di non complicare le cose e scegliere l'Iran. Ora il paese lo ha fatto per forza, visto che con l'oleodotto attualmente danneggiato vede paralizzata l'esportazione di petrolio che fruttava giornalmente 100 milioni di dollari.
Continua ...
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