venerdì 15 agosto 2008

Un'oasi verde nel Sahara trovati i resti della civiltà

ROMA - Dune su dune di sabbia ricoperte di ossa. Ossa umane, di animali, crani. Persino una mano che emergeva ancora integra dalle sabbie. Un giorno di ottobre dell'anno 2000 Paul Sereno, paleontologo di National Geographic, stava perlustrando il deserto in Niger (con una spedizione finanziata dalla Society) alla ricerca di dinosauri e invece ha trovato uomini. Un cimitero preistorico immenso. Ha trovato la gente che viveva lì quando il Sahara era una sorta di savana con fiumi e laghi. E Gobero (così ha battezzato il sito dal nome Tuareg della zona) era proprio sulla riva di un lago antico ora completamente inaridito. Ed era un luogo molto speciale, se due popoli diversissimi tra loro decisero di frequentarlo e farsi seppellire lì, a oltre mille anni di distanza l'uno dall'altro. Sereno è tornato lì due volte, nel 2005 e nel 2006, dopo aver chiamato a codirigere la missione l'archeologa Elena Garcea dell'Università di Cassino. Assieme hanno esplorato e scavato individuando più di 200 sepolture "ma ce ne sono molte di più", afferma Sereno. Usando tecnologie sofisticatissime sono riusciti a ottenere oltre 50 datazioni, e si sa quanto sia difficile ricavare informazioni dalle ossa inaridite dal deserto. E ora presentano la sensazionale scoperta nel numero di settembre di National Geographic Italia (in edicola dal 30 agosto).
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http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/scienza_e_tecnologia/sahara-verde/sahara-verde/sahara-verde.html

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