martedì 23 settembre 2008

Intercettazioni, cosa rischiamo - di Nicola Tranfaglia

C’è da chiedersi perché il disegno di legge in materia di intercettazioni telefoniche,telematiche e ambientali approvato il 13 giugno 2008 dal Consiglio dei Ministri resta così come è davanti al parlamento e la destra si prepara a farlo approvare a colpi di maggioranza. Nato in un primo tempo come decreto d’urgenza e poi trasformato in disegno di legge in quanto subito bollato da 134 professori di diritto costituzionale come uno sfregio alla costituzione repubblicana, rappresenta il tentativo di ottenere dalle opposizioni il via libera per colpire nello stesso tempo i magistrati e i giornalisti e tornare alla legislazione degli anni trenta: fine della cronaca nera e silenzio per tutti i reati che possono dar fastidio al manovratore. È semplice nella sua architettura ma nessuno dei quotidiani più diffusi nel nostro paese lo ha illustrato compiutamente ai suoi lettori. Eppure vale la pena rendersi conto di quel che significa per la vita sociale e il controllo di legalità nel nostro paese. Intanto si afferma, modificando l’attuale legislazione che il giudice ha l’obbligo di astenersi "se ha pubblicamente rilasciato dichiarazioni concernenti il procedimento affidatogli". Quindi "è vietata la pubblicazione degli atti coperti dal segreto istruttorio o anche solo del loro contenuto". Inoltre "è vietata la pubblicazione,anche parziale o per riassunto o nel contenuto di atti di indagine preliminare nonché di quanto acquisito al fascicolo del pubblico ministero o del difensore, anche se non sussiste più segreto fino a che siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare. "I reati per i quali è consentita l’intercettazione sono delitti puniti con la pena dell’ergastolo o della reclusione al massimo a dieci anni; quelli di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù,alla tratta di persone, all’acquisto e alienazione di schiavi, all’associazione mafiosa e ai reati collegati alla mafia,al sequestro di persone a scopo di estorsione, al terrorismo, al saccheggio, alla devastazione, alla strage, alla guerra civile, contrabbando, corruzione propria e concussione, reati di ingiurie, minaccia, usura, molestia o disturbo delle persone con il mezzo del telefono.
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http://www.antimafiaduemila.com/content/view/9160/78/

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