domenica 26 luglio 2009

La stampa inglese sui media italiani "La Ue può tollerare questa situazione?"

LONDRA - Giorno dopo giorno, le critiche della stampa britannica al premier Silvio Berlusconi stanno cambiando di livello e qualità. Questa mattina The Observer, l'edizione domenicale del Guardian, pubblica un commento dal titolo "Le buffonate di Berlusconi meritano la nostra censura", che però delle buffonate del primo ministro racconta ormai poco o nulla. Nel senso che il suo comportamento è stato dato per accertato, visto che da settimane da Palazzo Chigi non è arrivata nessuna seria smentita agli incontri con prostitute e a tutto il resto. L'Observer scrive quindi che la sua battuta "non sono un santo" è una risposta incontestabilmente giusta e vera, ma questo non cancella per nulla i problemi del capo del governo italiano. "Mentre è vero che la politica italiana ha le sue dinamiche, l'eccezione culturale (per l'Italia) non giustifica un governo marcio.
Il vero scandalo è il modo in cui la storia è stata cancellata" dai media italiani. "Berlusconi controlla abbastanza del sistema dei media italiani da limitare gli articoli di critica al suo comportamento. Quando non controlla direttamente giornali o tv, è proprietario di compagnie che controllano i budget pubblicitari. Le notizie sul suo scandalo sessuale sono state limitate ad alcuni siti web e a un solo grande giornale, La Repubblica".
"Berlusconi è al sicuro da ogni denunzia grazie a una legge che lui stesso ha fatto passare. Importa a qualcuno che la democrazia italiana sia distorta in questo modo?
E' un fatto doloroso a cui assistere, ma l'Italia è ancora un paese importante, attualmente presidente del G8, un partner importante dell'Ue, una grande economia dell'eurozona.
Gli altri paesi dell'Unione europea dovrebbero essere meno indifferenti a un partner che porta il loro club in tali condizioni".
L'ultima domanda dell'Observer è se gli altri leader europei "avrebbero tollerato, da un paese che si apprestasse a diventare membro dell'Ue, una situazione in cui la società civile è così evidentemente sottomessa alla volontà del Premier? Certamente no".
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http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-16/rassegna-26-luglio/rassegna-26-luglio.html

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