sabato 26 settembre 2009

Processo Dell'Utri, pg: Mangano assunto ad Arcore per altri motivi, non per cavalli

ROMA (25 settembre) - «Vittorio Mangano fu assunto nella tenuta di Arcore di Silvio Berlusconi per coltivare interessi diversi da quelli per i quali fu ufficialmente chiamato da Palermo fino in Brianza»: con questa dichiarazione il procuratore generale Antonino Gatto è entrato subito nel vivo della requisitoria del processo al senatore Marcello dell'Utri (Pdl) per concorso esterno in associazione mafiosa. Il parlamentare è stato condannato in primo grado a nove anni di carcere. Stamani, davanti alla seconda sezione della Corte di appello di Palermo, Gatto ha affrontato il tema dello "stalliere di Arcore". «Ma davvero - si è chiesto il Pg - non fu possibile trovare in Brianza persone capaci di sovrintendere alla tenuta di Arcore? Davvero dall'estremo nord ci si dovette spostare a Palermo per trovare una persona che non conosceva la zona e le coltivazioni brianzole? In realtà non solo Mangano di cavalli e di coltivazioni non sapeva nulla: ma se guardiamo i suoi numerosissimi precedenti penali, gli interessi che coltivava erano di tutt'altra natura rispetto a quelli agricoli». Dell'Utri non era presente in aula. Ad ascoltare l'atto d'accusa del pg, i difensori dell'imputato, gli avvocati Nino Mormino, Giuseppe Di Peri e Pietro Federico.Per il sostituto procuratore generale, Nino Gatto, Vittorio Mangano era ad Arcore per «proteggere» Berlusconi. «Mangano era il simbolo vivente - ha detto il pg - della tutela da parte di Cosa nostra a Silvio Berlusconi». Il sostituto procuratore generale ha puntato la prima parte della requisitoria sui rapporti tra Gaetano Cinà e Marcello Dell'Utri, confermati, secondo il pg, dalle testimonianze di diversi collaboratori di giustizia e dalle intercettazioni telefoniche. I rapporti tra Dell'Utri e Cinà risalgono ai tempi della Bacigalupo, la squadra di calcio di Dell'Utri, in cui giocava il figlio del mafioso. «Attraverso Cinà - ha detto Gatto - Dell'Utri conobbe Mangano e lo presentò a Berlusconi». Il pg ha collocato nella primavera del 1975 l'incontro a Milano tra Stefano Bontade, reggente della famiglia di Santa Maria di Gesù, gli uomini d'onore Mimmo Teresi e Nino Grado, Dell'Utri e Berlusconi. Dell'incontro ha parlato il pentito Francesco Di Carlo, la cui attendibilità è stata più volte ribadita da Gatto.
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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=74500&sez=HOME_INITALIA

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