Un vuoto incolmabile. Un'esperienza che manda in tilt anche la persona più razionale. Un'equazione crudele e irrisolvibile. Il tempo della disoccupazione, il tempo senza alcun impiego, per i giovani che stanno scrivendo a Repubblica.it, è un deserto difficilissimo da attraversare. Una specie di impresa a cui nessuno li ha preparati. Un test spietato in cui non è previsto alcun tipo di aiuto. Protagonisti di questa sorta di dolente Spoon River da quell'al di là che è il mondo di chi viene privato del lavoro, e in cui moltissimi rischiano di precipitare, sono i giovanissimi della laurea breve, i diplomati e quelli delle scuole specialistiche. Ragazzi che, sui banchi delle università, hanno studiato come gestire i rischi ambientali e a cui ora non viene dato alcun ruolo nella società attiva. Giovani che hanno appreso il mestiere e sono diventi tecnici di logistica ma che al primo scossone sono stati espulsi dal mercato e nessuno li rivuole più. Commesse e ingegneri. Tutti condividono lo stesso destino. Qualcuno non ha mai trovato un impiego e qualcun altro è passato per 32 mestieri e ora fa il dog-sitter. E c'è anche chi è riuscito a lavorare, in tutta la sua vita, per soli due giorni. E chi, molti, neppure quelli.
Continua ...
http://www.repubblica.it/economia/2010/06/02/news/storie_giovani_disoccupati-4511802/
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