venerdì 2 luglio 2010

Il coperchio della Chiesa sui casi di pedofilia al seminario diocesano di Brescia

Insabbiare tutto, sempre. La Chiesa è dilaniata dalla scoperta di sempre più casi di pedofilia, e invece di intervenire attivamente aiutando la magistratura a punire i colpevoli, agisce per gettare fumo e far prosperare il silenzio, lasciando impuniti i colpevoli. Poi in pubblico una volta ogni tanto Ratzinger si batte il petto, giusto per metterci il prosciutto negli occhi.A Brescia non è poi successo niente di "particolare": ci sono stati casi di pedofilia che hanno coinvolto membri altolocati del clero e chi stà su ha deciso di coprire tutto con la patina omertosa del silenzio.Il seminario diocesano di Brescia è dedicato a "Maria Immacolata". Tutto passa per di qui.Anni fa, tale don Luigi Facchi viene condannato con patteggiamento (e quindi significa ai sensi di legge una ammissione di colpevolezza) a 6 anni e sparisce nel nulla. La Chiesa non ha aperto nei suoi confronti alcun procedimento, lo scandalo sta proprio in questo. Non si sa neppure se in galera ci sia andato. A sostitutire il pedofilo viene mandato un giovane, don Marco Baresi, il quale poco tempo dopo viene pizzicato dai Carabinieri (come il suo predecessore) ad abusare di un seminarista quattordicenne, e nel suo PC vengono trovate immagini e filmati pedo-pornografici. Anche qui la Chiesa, informata con largo anticipo dell'apertura delle indagini, non lo sospende dall'incarico (in modo da evitare contatti con gli adolescenti del seminario) ma lo lascia lì, né apre un procedimento come prevede il Diritto Canonico... niente! La magistratura va avanti, e sia in 1° grado che in Appello viene condannato a 7 anni e 6 mesi per pedofilia. Il vescovo di zona, Luciano Monari, cita passi dell'antico testamento per cercare di assolvere il pedofilo condannato dalla Giustizia, palesando la solita arretratezza culturale del clero oltre che la totale incapacità di affrontare con responsabilità e onestà tali questioni.
Continua ...

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