sabato 22 gennaio 2011

Gheddafi entra in Finmeccanica i libici al 2%, gli Usa in allarme

Oggi il Paese nordafricano è primo azionista di Unicredit ed ha una quota in Eni. L'asse Roma-Tripoli coinvolge tra gli altri Ansaldo Sts e Agusta.

MILANO - La Libia di Muammar Gheddafi fa il suo ingresso - malgrado i forti dubbi della Casa Bianca - nel capitale di Finmeccanica. La Lybian Investment Authority, fondo di investimento pubblico del regime del Colonnello, ha acquistato una partecipazione del 2,01% nel capitale del gruppo della difesa tricolore. Una mossa che rischia di surriscaldare i rapporti tra Roma e Washington già messi a dura prova nei mesi scorsi dall'asse Berlusconi-Putin con i suoi interessi nel settore del gas.
I rapporti tra la società di Pierfrancesco Guarguaglini e Tripoli sono decollati negli ultimi due anni. E da subito, come testimoniano alcuni file resi noti nelle scorse settimane da Wikileaks, hanno fatto drizzare le antenne alla Casa Bianca. Anche perché Finmeccanica, dopo l'acquisizione dell'americana Drs nel 2008, è uno dei principali fornitori del Pentagono.
I primi contatti tra la società italiana e Gheddafi risalgono al 2007, quando Agusta Westland ha venduto al Paese nordafricano elicotteri Aw 109 e Aw 119 Koala che verranno assemblati in uno stabilimento appena finito di costruire in Libia. Poi, nel luglio 2009, Guarguaglini - grazie alla mediazione di Lorenzo Cola, oggi indagato nell'inchiesta sul gruppo - ha firmato un memorandum d'intesa per varare una joint da 400 milioni proprio con la Lybian Investment Authority. I frutti della collaborazione non si sono fatti attendere. Finmeccanica ha vinto una commessa da 541 milioni per l'ammodernamento (tramite la controllata Ansaldo Sts) della segnalazione ferroviaria nel Paese. Selex si è aggiudicata un ricco appalto per costruire i sensori di controllo del traffico alla frontiera mentre Roma fornisce già agli uomini in divisa del Colonnello gli aerei spia Falco, in teoria per controllare gli spostamenti delle carovane di migranti nel deserto.
L'ingresso di Tripoli nel capitale di piazza Montegrappa chiude a questo punto il cerchio e rafforza la santa alleanza tra Silvio Berlusconi e Gheddafi. La Libia è oggi il primo azionista di Unicredit, la maggiore delle banche italiane, ha una quota in Eni, il 7% della Juventus e ha allo studio altri dossier nel nostro Paese. Per salire oltre il 3% di Finmeccanica, la Libia deve ottenere l'ok del governo italiano.

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