martedì 25 gennaio 2011

Intercettazioni, ecco la nuova legge anti-pm

Dopo le indiscrezioni trapelate dall’agenzia Dire, riprese ieri da diverse testate online, Agoravox pubblica il testo integrale della proposta di legge anti-pm così com’è stata depositata alla Camera.

Intercettazioni, ecco la nuova legge anti-pm

Si tratta di una legge che punisce i magistrati che dispongono intercettazioni durante un’indagine. Funziona così: chiunque sia stato intercettato nel corso di un’indagine, anche non a suo carico (per esempio tutte le ragazze dell’indagine Ruby, dove non sono indagate loro, ma Berlusconi, Fede e Mora), potrà chiedere entro due anni e ottenere un risarcimento fino a 100mila euro nel caso in cui gli indagati vengano assolti, prosciolti o archiviati. E a pagare saranno il pm che ha chiesto l’intercettazione e il Gip che l’ha disposta: ogni volta che un’indagine non porterà a una condanna definitiva (o a una prescrizione) i magistrati dovranno sganciare di tasca loro fino a 100mila euro per ogni intercettato. Non solo: potrebbero anche essere sottoposti a procedimento disciplinare se il Ministro della Giustizia e il procuratore generale presso la Corte di cassazione lo ritenessero opportuno.
Il primo firmatario della legge è Luigi Vitali, componente in quota Pdl della Commissione Giustizia della Camera, che ha presentato il progetto di legge il 28 ottobre scorso. Due giorni dopo che la notizia delle indagini sul caso Ruby apparse per la prima volta su Il Fatto Quotidiano. Insieme a lui hanno firmato la legge altri trenta deputati del Pdl, tra cui Deborah Bergamini, ex assistente personale di Silvio Berlusconi, eletta in parlamento dopo essere stata sospesa, nel 2007, dalla carica di direttore marketing della Rai in seguito alla pubblicazione dei brogliacci di alcune sue intercettazioni con l’allora numero tre di Mediaset con cui al telefono concordava i palinsesti e decideva come manipolare le trasmissioni di informazione in caso di eventi politici spiacevoli al Cavaliere.
Ultima postilla: la norma è retroattiva. Dal momento in cui entrerà in vigore, chiunque sia stato sottoposto a intercettazioni negli ultimi cinque anni potrà chiedere al magistrato un risarcimento di 100mila euro e farlo punire nel caso in cui l’indagato sia stato stato assolto, prosciolto o archiviato. Per esempio, Deborah Bergamini.

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