lunedì 4 aprile 2011

“Con il processo breve muoiono le inchieste sul terremoto dell’Aquila”

L’inchiesta sulla commissione Grandi Rischi e quella sul cedimento di edifici ritenuti antisismici: la giustizia è veloce, ma la politica lo è di più…

Se c’e’ una cosa che in questi due anni post sisma e’ andata spedita a L’Aquila sono state le inchieste sui crolli. La procura ha infatti concluso le indagini sul cedimento di edifici nei quali hanno perso la vita 308 persone piu’ la piccola Giorgia che sarebbe nata proprio nella mattina del 6 aprile 2009. 220 i fascicoli aperti, di questi 15 andranno a processo, gli altri sono stati archiviati o in via di archiviazione perche’ il crollo si ritiene imputabile alla forza del terremoto o perche’ gli indagati sono defunti.

IL POST SISMA - Altro filone di inchiesta e’ quella sulla Commissione Grandi Rischi che, dopo mesi di scosse, si riunì a L’Aquila 5 giorni prima del terremoto. In quella sede si decise di diffondere messaggi rassicuranti che, secondo l’accusa, avrebbero indotto molti aquilani a rimanere nelle proprie abitazioni. Terribile tempismo: proprio nei giorni in cui ricorre il secondo anniversario del sisma, la speranza di ottenere giustizia per le morti dovute ai crolli e’ messa a repentaglio dall’approvazione del ddl sul processo breve che stralcerebbe i processi aquilani.

UN LUTTO CITTADINO – “Il giorno in cui passera’ la legge sul processo breve sara’ un lutto cittadino, per noi aquilani”: ad affermarlo e’ Antonietta Centofanti, portavoce dell’Associazione Parenti delle vittime della Casa dello studente, che nel crollo della residenza universitaria ha perso suo nipote Davide. “Siamo preoccupati e poco fiduciosi. Ci opporremo – continua – all’entrata in vigore di questa misura, scenderemo in piazza e protesteremo insieme a tutti gli altri parenti delle vittime e sopravvissuti a tragedie che, come noi aquilani, rischiano di non avere giustizia per i propri cari. Sono troppi i morti di illegalita’ in Italia. È accaduto a L’Aquila, dove la natura per mesi ha lanciato il suo grido ignorato dagli uomini della Commissione Grandi Rischi; e’ accaduto anche a Giampilieri, a Favara e a Viareggio, a Torino, alla Thyssenkrupp, e’ accaduto alle Case White di Milano, imbottite di amianto, la lista e’ lunga, purtroppo”.

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