lunedì 4 aprile 2011

La facenda di spie in Kuwait e' un complotto Usa contro Iran

La facenda di spie in Kuwait e' un complotto Usa contro Iran

TEHERAN - La falsa pretesa del Kuwait di smantellare una cellula di spie iraniana e' un complotto ordito dagli Usa per giustificare la repressione dei movimenti popolari in corso nella regione.

"Per quanto riguarda le rivolte scoppiate in Nord Africa e Medio Oriente, gli occidentali stanno cercando di persuadere i paesi arabi del pericolo che corre tutta l'area a legarsi all'Iran. In altre parole gli Usa e i loro alleati cercano di insinuare che l'Iran e' dietro le manifestazioni di piazza nei paesi del Golfo Persico". Lo ha dichiarato Hossein Naqavi Hosseini, membro della Commissione per la Sicurezza Nazionale del Majlis (Parlamento iraniano).

Nei giorni scorsi, tre persone, due cittadini iraniani e un kuwaitiano, sono state arrestate nel Kuwait e condannate a morte con l’accusa di spionaggio.

Questo e' mentre una fonte attendibile al Ministro degli Esteri dell'Iran ha smentito come "irresponsabili ed infondate" le accuse lanciate dai funzionari giudiziari del Kuwait, affermando che "Il problema non e' legata in alcun modo alla Repubblica islamica o nessun membro dell'ambasciata iraniana a Kuwait City e' coinvolto nella facenda".

Sempre riguardo l'accusa di spionaggio, lanciata dal Kuwait contro l'Iran, e' intervenuto anche Alaeddin Boroujerdi, capo della Csnm; il Kuwait cerca di deviare l'attenzione dell'opinione pubblica della regione e del mondo musulmano dalla brutale repressione meessa in atto dal regime del Bahrain contro il suo popolo.

Ieri il portavoce del Ministero degli Esteri dell’Iran, Ramin Mehmanparast citato dalla PressTv, ha puntato il dito contro gli Usa e il regime sionista di seminare discordia tra le nazioni musulmane.

La polizia del Bahrein, con l'aiuto dalle truppe saudite e quelle degli Emirati Arabi Uniti, ha intensificato la repressione contro i manifestanti che chiedono una monarchia costituzionale. I gruppi per i diritti umani e partiti di opposizione affermano che centinaia di persone sono state arrestate o scomparse dall'inizio delle proteste nel piccolo emirato del Golfo Persico.

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