domenica 3 aprile 2011

E dopo il conflitto di potere con i pm spunta l'improcedibilità per il premier

Pdl, nuova mossa blocca-processo. Nel partito c'è chi propone di votare un documento che nega la possibilità del giudizio, ma non tutti sono d'accordo. Un segnale alla Consulta, che comunque secondo l'opposizione non avrà alcun valore sul percorso del processo

di FRANCESCO BEI e LIANA MILELLA
ROMA - Devono superare due scogli come il conflitto d'attribuzione per Ruby e la prescrizione breve ma già lavorano a una zeppa da piazzare sul cammino del processo di Milano.
L'improcedibilità. Formula che, fuori dal giuridichese, vuol dire che il Parlamento, la Camera nel caso di specie, vota per negare qualsiasi possibilità di ulteriore indagine o processo per un componente del governo. Non sono uniti, su questo, i berlusconiani. C'è chi spinge sull'acceleratore e vorrebbe che la nuova pronuncia arrivasse addirittura a ridosso dei voti di questa settimana. Chi consiglia maggiore prudenza e l'opportunità di attendere almeno la decisione della Consulta sull'ammissibilità del conflitto. Chi è ancora più guardingo e suggerisce di tenersi questa come ultima carta da giocare, attendendo il pronunciamento della Corte sul conflitto. Chi, infine, sconsiglia di forzare ancora la mano, quasi che l'improcedibilità, spesa così su due piedi, possa sortire l'effetto di indebolire e depotenziare l'arma del conflitto, quasi che gli stessi proponenti avessero dei dubbi sulla sua efficacia. Niccolò Ghedini è tra questi. Lui, a conflitto ormai sulla strada della Corte, preferisce che si giochi una carta per volta.
Continua ...

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