domenica 24 aprile 2011

Tremonti costretto a giocare in difesa

Martedì sarà anche (o soprattutto) un match economico.

Quando martedì Giulio Tremonti si siederà di fronte a Christine Lagarde per discutere il capitolo economico dei rapporti Italia-Francia non avrà a disposizione un bazooka come quello messo sul tavolo dai francesi quando parlano di immigrazione, ovvero il blocco di Schengen. Ma al massimo potrà mostrare la fondina di una rivoltella. Da Parmalat a Edison sino a Fonsai, la partita Roma-Parigi sul terreno degli affari è delicatissima ed ora è resa ancora più complicata dalla decisione di bloccare i piani per il ritorno al nucleare che trasformano in carta straccia i ricchissimi accordi siglati dall’Enel con Edf.
I francesi spingono, attaccano, e soprattutto sono pronti a spendere un pacco di miliardi di euro nelle nostre imprese. Noi cerchiamo di tamponare. Come possiamo. Il caso ParmalatLactalis è eclatante: dopo la prima mossa della famiglia Besnier sul gruppo di Parma, il ministro dell’Economia aveva fatto trapelare l’idea di voler introdurre un diritto di veto sulle scalate non gradite. All’annuncio non sono seguiti i fatti, anche perchè si rischiava di incorrere nelle sanzioni di Bruxelles, ed ora ci troviamo coi francesi primi azionisti al 29% e gli italiani che fanno fatica ad organizzare una difesa. Unica contromossa la decisione di far slittare di 60 giorni le assemblee societarie per dar modo alla Cassa depositi e prestiti di far decollare un fondo per difendere le società di interesse strategico, termine non a caso mutuato da un analogo provvedimento varato nel 2005 da Parigi.
Continua ...

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