martedì 24 maggio 2011

Il partito più grande? Quello dei poveri

Il quadro fornito dall’Istat sulla situazione economica e sociale del nostro Paese è assolutamente devastante. La grande recessione ha colpito duro un tessuto già sfibratosi dopo un decennio di bassa crescita, tanto che 15 milioni di italiani sono a rischio povertà.

Circa un quarto degli italiani (il 24,7% della popolazione, più o meno 15 milioni) “sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale”. Si tratta di un valore – rileva l’Istat – superiore alla media Ue che è del 23,1%.Il rischio povertà riguarda circa 7,5 milioni di individui (12,5% della popolazione). Mentre 1,7 milione di persone (2,9%) si trova in condizione di grave deprivazione si trova 1,7 milione (2,9%) e 1,8 milione (3%) in un’intensità lavorativa molto bassa. Si trovano in quest’ultima condizione l’8,8% delle persone con meno di 60 anni (6,6% contro il valore medio del 9%). Solo l’1% della popolazione (circa 611 mila individui) vive in una famiglia contemporaneamente a rischio di povertà, deprivata e a intensità di lavoro molto bassa. Nelle regioni meridionali, dove risiede circa un terzo degli italiani, vive il 57% delle persone a rischio povertà (8,5 milioni) e il 77% di quelle che convivono sia col rischio, sia con la deprivazione sia con intensità di lavoro molto bassa (469 mila).

Un quarto della popolazione, 15 milioni di italiani su 60 milioni di cittadini. Nessun partito italiano, durante la cosiddetta II Repubblica, ha mai raccolto così tanti voti. La formazione politica più importante, se esistesse, sarebbe dunque quella delle persone povere o a rischio indigenza.

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http://www.giornalettismo.com/archives/126569/il-partito-piu-grande-quello-dei-poveri/

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