venerdì 22 luglio 2011

MAFIA: INGROIA, SU MANDANTI STRAGI '93 RETICENZA DA UOMINI STATO

(ASCA) - Firenze, 22 lug - Alcune ''reticenze'' di uomini dello Stato hanno impedito di arrivare a una verita' sui presunti mandanti esterni delle stragi mafiose del '93.

Lo afferma Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, parlando con i giornalisti a margine della festa nazionale di 'Libera' a Firenze.

Per quanto riguarda quelle stragi, ha sottolineato il magistrato, ''sul piano storico e giornalistico si puo' ritenere accertato che non furono solo stragi di mafia e lo dicono anche alcune sentenze''.

Pero' ''e' altrettanto vero che sono passati ormai quasi vent'anni e non si e' individuata nessuna verita' giudiziaria, nessuna responsabilita' processuale a carico dei mandanti esterni''. Dunque ''fino a oggi c'e' questo scollamento tra verita' storica e verita' giudiziaria che dipende da tanti fattori e anche da una certa reticenza da parte di uomini dello Stato che sono stati protagonisti in quella stagione, reticenza che si e' rotta soltanto in parte negli ultimi tempi e che ha impedito alla verita' di venire fuori tutta per intero''.

Quanto poi alle parole del ministro dell'Interno Roberto Maroni, che ieri ha parlato di ''colpo di spugna'' nel '93 su provvedimenti di 41-bis, Ingroia spiega che ''mi pare un eccesso: in realta' non fu un colpo di spugna. E' vero che ci fu un chiamiamolo calo di tensione, con alcuni 41 bis non prorogati. In alcuni casi per la verita' la mancata proroga era anche giustificata, in altri casi sembra meno giustificata ma e' oggetto di indagine da parte della Procura di Palermo''.

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