giovedì 28 luglio 2011

Scuola, immissioni in ruolo e supplenze guerra tra precari per il caos graduatorie


Romani contro campani, veneti contro siciliani, in pratica tutti contro tutti: i docenti italiani sono sul piede di guerra. Da una parte le assunzioni, con il ministero che deve scegliere da quali liste attingere, dall'altra le sostituzioni, con i prof romani che si rivolgono alla Lega. Con appelli al Colle e il rischio che si finisca in tribunale. Ecco le questioni sul tappetodi SALVO INTRAVAIA 

ROMA - È bagarre sulle immissioni in ruolo della scuola: i precari siciliani temono di essere discriminati dal governo e si appellano al presidente della Repubblica, mentre il Pd veneto presenta una mozione per "congelare" le graduatorie dell'anno passato. E a Roma scoppia una guerra tra poveri 1, con i supplenti capitolini che si rivolgono addirittura al leghista Pittoni per essere tutelati.
Uno scontro che potrebbe non essere l'ultimo: fra pochissimi giorni, il ministero dell'Istruzione emanerà il decreto sulle immissioni in ruolo. Secondo quanto ha dichiarato in più di un'occasione il ministro Mariastella Gelmini, verranno assegnate a tempo indeterminato 2 30 mila cattedre e 37 mila posti di personale Ata, tra amministrativi, tecnici e ausiliari. Non si sa ancora, però, con quali modalità. Ed è proprio questo l'argomento che tiene banco in questi giorni. Dalle vecchie o dalle nuove graduatorie? O, ancora, con una modalità mista?  Comunque vadano le cose, ci saranno migliaia di supplenti delusi.

Il caos graduatorie. La riapertura delle graduatorie ai trasferimenti di provincia, dettata da una recente sentenza della Corte costituzionale, ha messo supplenti contro supplenti. Secondo le stime di viale Trastevere, sono 31 mila i precari meridionali che lo scorso maggio hanno deciso di fare armi e bagagli e andare al Nord, occupando in parecchi casi i primi posti nelle graduatorie. E siccome metà delle assunzioni si faranno proprio da queste graduatorie, la frittata è servita.

I supplenti settentrionali, dopo avere fatto scelte di vita che definiscono "difficili", si sentono defraudati. Quelli meridionali si sentono discriminati da eventuali colpi di coda dell'ultimo momento che possano sbarrare loro la strada verso il posto sicuro. E si aggiungono alla protesta anche i meridionali che, nel 2007, decisero di rimanere al Nord e che adesso si vedono minacciati dai conterranei corsi a raggiungerli. Una situazione inestricabile, che ha risvolti politici, dalla quale il ministero non sa come uscire. Già qualche mese fa un gruppo bipartisan di 61 deputati si oppose al governo sulla questione delle graduatorie.
Continua ...
http://www.repubblica.it/scuola/2011/07/28/news/polemiche_immissioni_in_ruolo-19636175/

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