mercoledì 14 settembre 2011

Il computer che ti dice se soffri

E’ stato creato all’università di Stanford, California

E’ possibile che un calcolatore riesca a misurare il dolore fisico accusato da una persona? Per gli scienziati dell’Università di Stanford, in California, la risposta è affermativa.

LO STUDIO - Uno studio pubblicato sulla rivistaPlos One spiega come scienza e tecnica sono in grado oggi di rilevare informazioni relative al dolore grazie ad alcuni software che analizzano scansioni cerebrali. “La domanda che ci siamo posti è se sia possibile utilizzare il neuroimaging (risonanza magnetica funzionale, nda) per rilevare oggettivamente se una persona è in uno stato di dolore o meno”, ha fatto sapere il dottor Sean Mackey, che ha guidato il team di ricerca. Lo studio si è reso necessario per l’impossibilità di scoprire in alcuni casi se i pazienti, soprattutto quelli affetti da demenza, giovanissimi o anziani, avvertono dolore. Gli scienziati si sono messi alla ricerca di un metodo capace di una misurazione oggettiva. “Siamo fiduciosi di poter finalmente utilizzare questa tecnologia per ottenere una migliore rilevazione e un migliore trattamento del dolore cronico”, ha affermato l’esperto.

SCANSIONI E ALGORITMI – Per realizzare lo studio il team di Mackey ha usato una macchina lineare support vector, un algoritmo inventato nel 1995, per classificare i modelli di attività cerebrale e determinare se qualcuno avverte dolore. Per impostare il computer, otto volontari sono stati sottoposti a scansioni cerebrali mentre venivano messi in contatto prima con un oggetto caldo, e poi da uno che caldo al punto di essere doloroso. Nel corso dei test il computer si è dimostrato molto preciso nel distinguere le scansioni cerebrali di persone afflitte da dolore, rispetto a quelle relative a persone non colpite. Sono più di 100 milioni gli Americani che soffrono di dolore cronico. Curarli costa in termini di spese sanitarie e perdita di produttività ogni anno oltre 600 miliardi di dollari, circa 440 milioni di euro.

Nessun commento:

Posta un commento