domenica 15 gennaio 2012

Iran: prove su coinvolgimento Cia nell’omicidio Ahmadi-Roshan


Iran: prove su coinvolgimento Cia nell’omicidio Ahmadi-Roshan
TEHERAN - Il ministero degli Esteri iraniano ha fatto pervenire all'amministrazione Usa una lettera, tramite l’ambasciata svizzera a Teheran che cura gli interessi degli Usa in Iran, nella quale si ribadisce di disporre di prove che dimostrerebbero il pieno coinvolgimento della Cia nell'assassinio di Mostafa Ahmadi-Roshan: il giovane scienziato nucleare ucciso l’11 gennaio a Teheran in un attentato dinamitardo, insieme ad altre due persone.
In un messaggio di condoglianze inviato alla famiglia dell’ingegnere (impiegato come vice-direttore agli Affari commerciali del sito nucleare di Natanz) la Guida suprema iraniana l’ayatollah Ali Khamenei, dopo aver condannato l’uccisione dell’uomo ha attribuito l’attentato ai servizi segreti statunitensi (Cia) e israeliani (Mossad).
Inoltre l’Iran ha criticato l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) perche' alcuni indizi lasciano pensare che gli ispettori dell’Aiea stiano svolgendo il ruolo di spie durante la loro permanenza in Iran. La PressTV, citando una fonte informata, precisa che "Ahmadi-Roshan aveva incontrato recentemente ispettori dell’Aiea e che probabilmente sono stati loro a fare il suo nome ed inserirlo sulla lista di coloro che hanno deciso di eliminarlo per danneggiare il programma nucleare dell’Iran". Secondo le autorità iraniane infatti, non c’era altro modo per scoprire che il giovane docente iraniano avesse una responsabilita' nel sito nucleare di Natanz".
La Repubblica Islamica ha inviato una lettera formale all’Assemblea Generale dell'Onu, al Consiglio di Sicurezza ed al Gruppo dei Paesi Non Allineati denunciando l’assassinio dei suoi studiosi ad opera di elementi stranieri. Secondo l’Agenzia IRNA, l’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite Mohammad Khazae, a proposito della lettera ha spiegato: “Ho ribadito che le attività del nostro paese sono pacifiche e che pertanto l’Iran esige che la comunità internazionale condanni questi attentati terroristici”. La lettera, si chiede come sia possibile fare silenzio davanti a simili attentati quando alcuni paesi hanno chiaramente annunciato di usare “azioni segrete” per fermare il programma nucleare dell’Iran.
L’attentato contro Ahmadi Roshan compiuto da due sicari a bordo di una motocicletta – che hanno piazzato una piccola bomba magnetica all’automobile sulla quale il giovane stava viaggiando – è l’ultimo di una lunga scia di omicidi dalle modalità pressoché identiche o di improvvise sparizioni, sempre ai danni scienziati e docenti iraniani del settore nucleare.
Prima di lui un fisico nucleare, Daryoush Rezaie di 35 anni, era stato assassinato il 23 luglio a Teheran da sconosciuti in motocicletta che gli hanno sparato davanti a casa. Un precedente episodio risale al 29 novembre 2010, quando le auto di due responsabili del programma nucleare iraniano, Majid Shahriari e Ferydoun Abbassi Davani, saltarono in aria per l’esplosione di ordigni piazzati vicino alle vetture da motociclisti mai identificati. Shahriari, responsabile del progetto sui reattori nucleari, morì. Abbassi Davani rimase invece soltanto leggermente ferito e da febbraio è il direttore dell’Agenzia atomica iraniana. Il 12 gennaio 2010 un altro scienziato nucleare di fama internazionale, Masoud Ali Mohammadi, era stato ucciso dall’esplosione di una moto-bomba mentre usciva di casa a Teheran

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