domenica 1 gennaio 2012

The Protester 2012, nasce l’Internazionale degli indignati


Come è ormai universalmente noto i social network da facebook a twitter hanno avuto un ruolo importante se non fondamentale nelle proteste, sollevazioni, insurrezioni che hanno costellato il 2011, dal Nord Africa al Nord America, dalle Primavere Arabe a Occupy Wall Street. E mentre i sociologi discutono se un social network sia virtuale, ma reale, o reale ma virtuale, insomma se abbia la stessa corposità sociale del reparto di una fabbrica o di una assemblea in una scuola o di un corteo in una strada, si sta preparando nel movimento un salto di qualità, tecnico ma anche politico. Diciamola così: come può diventare possibile fare una democratica assemblea che voti e decida le azioni, le iniziative, gli obiettivi eccetera dispiegata sull’intera terra? Facebook è troppo esposto alla sorveglianza degli stati, a possibili provocazioni e/o interruzioni e/o oscuramenti, lo stesso si può dire per twitter.
Allora un gruppo di militanti sta lavorando per costruire Global Square, la Piazza Globale, tagliato su misura per le esigenze di comunicazione e lotta degli indignati, siano tunisini, egiziani, spagnoli, greci, italiani, americani e chi più ne ha più ne metta. L’iniziativa nasce sull’onda della giornata mondiale dell’indignazione che ha visto il 15 ottobre 2011 mobilitarsi persone, gruppi, manifestazioni un poco dappertutto, quasi in ogni angolo del pianeta Terra. I primi risultati dovrebbero vedersi a partire da gennaio, ma alcune caratteristiche sono in parte note. Secondo quanto scritto su Roarmag.org dagli ideatori, Global Square prevederà mappe interattive delle assemblee in corso in tutto il pianeta, archivi dei documenti prodotti, la possibilità di modificarli in modo collaborativo e di discutere e votare le proposte formulate. Si tratterà inoltre, precisa Wired.com, di una piattaforma open source (a codice aperto) ma a ingresso limitato, per accedere infatti servirà la ‘garanzia’ di un iscritto conosciuto offline. Insomma si accede per cooptazione, onde ovviare al rischio che comporterebbe diffondere comunicazioni militanti e magari delicate a una catena di Sant’ Antonio più o meno casuale, composta anche di sconosciuti, e quindi con possibili “intercettazioni”, “deviazioni”, “provocazioni” , nonché accumulo di informazioni sui soggetti militanti a disposizione degli stati, e dei loro apparati repressivi.
Continua ...

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