sabato 14 gennaio 2012

S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria La Ue reagisce: «È una decisione aberrante»


Parigi e Vienna perdono la tripla A. Roma subisce un doppio taglia BBB+ ma l'agenzia salva Mario Monti: «Con lui la Ue più forte»

La Francia perde la tripla A a tre mesi dalle elezioni presidenziali. Nella foto Nicolas Sarkozy (Afp)La Francia perde la tripla A a tre mesi dalle elezioni presidenziali. Nella foto Nicolas Sarkozy (Afp)
MILANO - Ore drammatiche nell' Eurozona colpita dalla scure di Standard & Poor's in chiusura di una settimana che aveva fatto sperare nell'allentarsi della crisi del debito e intravvedere i primi segnali di fiducia sui mercati. L'agenzia americana boccia nove paesi e ne salva sette. Bruxelles reagisce con durezza deplorando, sono le parole del Commissario Olli Rhen , «una decisione aberrante». La Francia perde la tripla A e analogo declassamento è arrivato per l'Austria. Ancora più severo è il taglio che colpisce Italia, Spagna e Portogallo che scendono di due gradini, Roma e Madrid alla tripla B+, Lisbona alla doppia B, livello junk, «spazzatura».
MONTI OK SE VINCE SUI «GRUPPI D'INTERESSE» - L'Italia, si legge nelle motivazioni, sconta l'alto debito e il basso potenziale di crescita, insieme alla maggiore vulnerabilità sui rischi di finanziamento. «L'indebolimento del quadro politico europeo - però - viene compensato dalla più forte capacità dell'Italia di formulare e applicare politiche anticrisi». Il rating dell'Italia potrebbe subire nuovi tagli se Mario Monti non riuscirà a portare a termine tutte le riforme «a causa dell'opposizione di gruppi di interesse oppure se la vita del governo fosse più breve rispetto alla durata del suo mandato»
«AZIONE POLITICA CONTRO L'EUROPA» - Per il governo italiano la mossa di S&P va letta come «un attacco all' Europa che richiede una risposta collettiva».
A Parigi, dove si sono svolte manifestazioni di protesta, il ministro delle Finanze Francois Baroin ha assicurato che «non ci saranno nuove manovre», nè la Francia si farà dettare «la politica dalle agenzie di rating».
Continua ...

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