mercoledì 15 gennaio 2014

Inchiesta Fonsai, anche Alfano fra i contatti di Ligresti

I contatti di Ligresti con il mondo della politica non finiscono mai. Il patron di Fonsai, sotto inchiesta a Torino (falso in bilancio e aggiotaggio) e Milano (ancora aggiotaggio), dopo aver indirettamente messo nei guai il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri (la scarcerazione della figlia Giulia, indagata con lui nel capoluogo piemontese), potrebbe coinvolgere anche un altro discusso ministro dell'esecutivo Letta, Angelino Alfano.

Una telefonata fra il vicepremier, già nel mirino della critica per il caso Shalabayeva (recentemente riaperto dalle dichiarazioni del suo ex capo di gabinetto) e Ligresti è stata depositata agli atti di chiusura delle indagini dell'inchiesta Premafin condotta a Milano. Gli inquirenti indagano l'imprenditore e altre due persone sui trust off-shore in cui sarebbe confluito il 20% di Premafin. 
Secondo quanto riporta la Reuters, "nella telefonata da due minuti e mezzo - che risale al 28 maggio 2011 (Alfano era ancora ministro della Giustizia, ndr), quando ancora non si sapeva dell'inchiesta a carico di Ligresti - i due si accordano per vedersi a cena all'Hotel Villa Pamphili nella capitale e parlare di una casa che il costruttore dovrebbe dare in affitto a Roma a un collaboratore dell'allora Guardasigilli". Che la telefonata abbia un peso nell'ipotesi investigativa lo dimostra la scelta della Procura di depositarla agli atti al momento della chiusura delle indagini.
Durante il caso Cancellieri Alfano fu uno dei più convinti sostenitori dell'attuale ministro della Giustizia, gettando acqua sul fuoco e parlando di "vicenda strumentalizzata". Un po' come accade in questi giorni per il caso De Girolamo. "Ho espresso solidarietà - dichiarò Alfano - al ministro della Giustizia Cancellieri per una vicenda strumentalizzata ad arte, che ha mostrato invece la sua grande sensibilità e la sua attenzione per le condizioni di salute in cui versava Giulia Ligresti".  
Nella stessa inchiesta milanese era venuto fuori l'interessamento di Ligresti (lo racconta lo stesso imprenditore) per la Cancellieri: sarebbe intervenuto presso Silvio Berlusconi affinchè la Cancellieri (all'epoca prefetto di Parma) conservasse il posto e non venisse destinata ad altre sedi una volta scaduto l'incarico.  L'intreccio con la politica viene fuori anche con la famiglia di Ignazio La Russa. La moglie fu socia di Salvatore, il figlio Geronimo, il fratello Vincenzo e lo stesso ex ministro della Difesa avrebbero percepito circa un milione di euro da Fonsai tramite parcelle professionali (La Russa ha uno studio legale). 

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