venerdì 4 gennaio 2008

La truffa del Governo sul 5 per mille

di Piercamillo Falasca, da L’Occidentale (*titolo della redazione de L’Occidentale) Una settimana e mezzo fa una notizia apparentemente “buona”: con un emendamento alla Finanziaria, per l’anno 2008 è stato alzato da 100 a 380 milioni di euro il “tetto” previsto per i fondi del cinque per mille, quella quota dell’Irpef che i contribuenti possono destinare al sostegno di soggetti - enti, associazioni, fondazioni - che svolgono attività socialmente rilevanti, dalla ricerca al volontariato. La notizia sembra positiva (e in un’ottica di breve periodo lo è) ma è di quelle che lasciano l’amaro in bocca. Per capire perché, facciamo un passo indietro.Il meccanismo del cinque per mille è stato introdotto in via sperimentale dalla Finanziaria 2006, l’ultima del governo Berlusconi. E’ una forma - abbozzata ma politicamente significativa – del principio di sovranità fiscale, vale a dire l’attribuzione al contribuente di una sfera di autodeterminazione grazie alla quale egli stesso può decidere a quale attività, meritevole dell’interesse pubblico, destinare parte delle proprie tasse.Allo stesso tempo, il cinque per mille rappresenta un’applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale, perché promuove la libera iniziativa dei privati – organizzazioni no profit, enti di ricerca, università, associazioni di volontariato – nello svolgimento di attività di interesse generale. Quando lo Stato “arretra” e lascia spazio alla libera scelta e alla libera iniziativa, si realizza in pieno un principio di autonomia e di responsabilità personale, che trova la sua origine sia nel pensiero liberale sia nella dottrina sociale della Chiesa. “L’oggetto naturale di qualsiasi intervento nella società stessa – scrisse Pio XI nella Quadragesimo Anno - è quello di aiutare in maniera suppletiva (subsidium) le membra del corpo sociale, non già di distruggerle e assorbirle.” Continua ... http://oknotizie.alice.it/go.php?us=302110906fa0cb23

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