mercoledì 30 gennaio 2008

Napolitano incarica Marini: ''Mandato finalizzato per legge elettorale''

Il capo dello Stato: ''Sciogliere le Camere sempre la scelta più grave''. Il presidente del Senato: ''Mio impegno in tempi brevi''. E annuncia: ''Cominceremo domani''. La decisione dopo le consultazioni di questi giorni a seguito della crisi di governo. Il Cavaliere: ''Nessun governo dopo Prodi''. Montezemolo: ''Marini? Persona capace con senso bene comune'' Roma, 30 gen. (Adnkronos) - "Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto oggi pomeriggio al palazzo del Quirinale il presidente del Senato Franco Marini, al quale ha conferito l'incarico di verificare le possibilità di consenso su una riforma della legge elettorale e di sostegno a un governo funzionale all'approvazione di tale riforma e all'assunzione delle decisioni più urgenti". Con queste parole, lette dal segretario generale della presidenza della Repubblica Donato Marra, il Quirinale ha annunciato ufficialmente l'incarico a Marini.Si tratta dunque di un 'incarico finalizzato' a verificare la possibilità di riformare la legge elettorale.Spiega così la sua scelta Napolitano: "La crisi della maggioranza di governo è intervenuta dopo che in Parlamento si erano aperti spiragli di dialogo tra le forze politiche per una modifica della legge elettorale vigente e di alcune, importanti norme della Costituzione". Inoltre, "la preoccupazione che senza tali modifiche non si possa realizzare la necessaria stabilità politica ed efficienza istituzionale si è negli ultimi tempi e ancora in questi giorni chiaramente espressa, nel modo più imparziale: in seno all'opinione pubblica e a significative rappresentanze del mondo economico e della società civile".Il presidente della Repubblica non manca di sottolineare poi che "una modifica della legge elettorale è stata d'altronde sollecitata attraverso una richiesta di referendum dichiarata ammissibile dalla Corte Costituzionale". Ecco perché, da parte del Capo dello Stato, si è "prospettato a tutti i partiti e gruppi politici da me consultati, l'esigenza di una soluzione della crisi di governo che in tempi brevi dia almeno avvio agli indispensabili processi di riforma e a credibili impegni di più costruttivo e fruttuoso dialogo tra gli opposti schieramenti: dialogo - ricorda significativamente - da me costantemente auspicato e obiettivamente necessario, qualunque sia il risultato di nuove elezioni".Napolitano non nasconde il fatto che "questa soluzione è stata considerata impraticabile da quelle forze politiche che hanno indicato nello scioglimento delle Camere e nella convocazione delle elezioni, sulla base della legge vigente, il solo sbocco dell'attuale crisi politica".Ma, pur ribadendo "attenzione e rispetto per tutte le posizioni illustratemi", il presidente della Repubblica non manca di ricordare tuttavia che "sciogliere anticipatamente le Camere ha sempre rappresentato la decisione più impegnativa e grave affidata dalla Costituzione al presidente della Repubblica. E questa volta - fa osservare - la decisione dovrebbe essere assunta a meno di due anni dalle ultime elezioni".Per tutta questa serie di motivi, dunque, Napolitano considera suo "dovere riservarmi un'adeguata ponderazione e valutazione conclusiva; il che non può essere da nessuna parte inteso come scelta rituale o dilatoria pertanto - conclude il suo ragionamento il capo dello Stato - ho chiesto al presidente del Senato, facendo appello al suo senso di responsabilità istituzionale, di verificare le possibilità' di consenso su un preciso progetto di riforma della legge elettorale e di sostegno a un governo funzionale all'approvazione di quel progetto e all'assunzione delle decisioni più urgenti in alcuni campi".Marini dichiara la sua disponibilità ad accettare l'incarico ricevuto dal presidente della Repubblica: "So bene che si tratta di un impegno non semplice, anzi gravoso", commenta. Il presidente del Senato sottolinea che "nelle attese dei cittadini c'è una attenzione forte per la modifica della legge elettorale". Quindi assicura di affrontare questa sua missione "nei tempi più brevi possibili". Al tempo stesso, il presidente del Senato riflette sul fatto che "essendo un lavoro gravoso, va fatto con serietà. Cercherò, dunque - promette - di trovare un punto di equilibrio fra queste due esigenze. Ci metterò tutta la mia determinazione", è l'assicurazione finale di Marini. Il presidente del Senato, sceso dal Quirinale, è prima andato a Montecitorio per incontrare il presidente della Camera Fausto Bertinotti, poi a palazzo Chigi per un colloquio con Romano Prodi. "Cominceremo domani pomeriggio", ha detto Marini lasciando Montecitorio. http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=1.0.1825542827

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