martedì 19 febbraio 2008

Kosovo, Russia: ''Indipendenza minaccia per stabilità mondiale''

L'avvertimento di Mosca agli Usa: ''Pericolose le conseguenze di un simile passo''. Ma Bush non cambia idea: ''La storia dimostrerà che è stata la scelta giusta''. Disordini al confine con la Serbia. Alle fiamme due posti di blocco. La polizia: ''Situazione oltre frontiera molto grave e in escalation''. Ue: ''Su riconoscimento decidono gli Stati membri''. Sì da Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna. Madrid contraria. D'Alema: ''Nessun rischio di effetto domino''
Mosca, 19 feb. (Adnkronos/Ign) - ''L'indipendenza del Kosovo costituisce un rischio per la stabilità mondiale, costruita nel corso di secoli, e una minaccia per la sicurezza internazionale''. L'avvertimento arriva dal ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, che oggi ha avuto un colloquio telefonico con il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice. Lavrov ha ribadito, in una breve dichiarazione, ''la ferma posizione della Russia, che considera inaccettabile la dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte di Pristina'', sottolineando ''le pericolose conseguenze di un simile passo''. Domenica Mosca aveva detto che l'indipendenza del Kosovo avrebbe creato un rischioso precedente, aprendo la strada ad altre istanze separatiste in Europa. Da parte sua, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, all'indomani del riconoscimento formale del nuovo Stato, contestato dalla Serbia - che ha già richiamato il proprio ambasciatore a Washington - non cambia idea. "C'è disaccordo, ma crediamo come molte altre nazioni che la storia dimostrerà come questa decisione sia stata corretta", ha detto Bush parlando con i giornalisti in Tanzania, ribadendo la convinzione che l'indipendenza del Kosovo "porterà la pace". Quanto alle divergenze con Mosca, che ha definito "illegale" la proclamazione annunciata due giorni fa, il presidente americano ha ricordato come gli Stati Uniti siano sempre stati chiari con la Russia su quale fosse la loro posizione: "Siamo stati sempre in strette consultazioni con i russi".Intanto, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha scritto una lettera alle autorità di Pristina per riconoscere il Kosovo come ''stato sovrano e indipendente''. Anche l'Australia e il governo di Taiwan, coinvolto in una disputa sulla sua sovranità con la Cina, si uniscono alla lista di Paesi che riconoscono l'indipendenza.Sul fronte della cronaca, sale la tensione nel Paese. I militari della Nato in Kosovo hanno ordinato la chiusura dei due varchi di confine con la Serbia nel nord e rafforzato la loro presenza nella zona, a causa della situazione di tensione ''molto grave e in escalation'' oltre la frontiera. A un posto di blocco è stato dato fuoco, nell'altro vi è stata un'esplosione. Secondo quanto rende noto la polizia a Pristina, unità di Kfor hanno assunto il controllo dei varchi dalla polizia kosovara e internazionale poco prima di mezzogiorno. ''I due varchi nel nord sono stati chiusi, a Janjine e a Leposavic, a causa della situazione molto grave che è in escalation in quei punti'', ha spiegato all'Agenzia di stampa tedesca Dpa, Veton Elshani, portavoce della polizia. ''La polizia si è completamente ritirata dalle postazioni e ora la responsabilità di Kfor'', ha aggiunto Elshani. ''Stiamo rafforzando nel nord del Kosovo dopo questi due incidenti. Abbiamo allestito posti di blocco nella zona e impiegheremo tutti i mezzi necessari per portare la situazione sotto controllo'', ha confermato il portavoce della forza Nato, il colonnello Bertrand Bonneau. La Nato ha evacuato gli agenti di polizia dislocati alla frontiera con la Serbia a bordo di elicotteri e mezzi corazzati, come ha reso noto un comandante Kfor francese all'agenzia di stampa tedesca 'Dpa'. Gli agenti erano stati costretti a rifugiarsi in un tunnel. Un convoglio di circa 70 veicoli, inclusi dieci autobus, ha varcato la frontiera dalla Serbia entrando in Kosovo, subito dopo gli attacchi contro i varchi, ma sono stati poi respinti dalle forze di sicurezza.

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