Kosovo, Nato a serbi: pronti a rispondere a violenze

PRISTINA (Reuters) - Se chiamati ad affrontare le armi serbe, i peacekeeper della Nato in Kosovo risponderanno con "tutti i mezzi appropriati", ha detto oggi un portavoce della missione Kfor. "Non siamo una forza di polizia. Non seguiamo le stesse regole. Non aspettatevi che le truppe Kfor rispondano con fiori a chi gli spara addosso", ha detto il portavoce della Kfor, colonnello Jean-Luc Cotard, durante una conferenza stampa tenuta a Pristina, capitale del nuovo stato indipendente del Kosovo. La forza di peacekeeping, composta da 16.000 militari 2.300 circa dei quali italiani, ha respinto fermamente le accuse serbe di aver commesso "brutalità" durante gli scontri del 17 marzo nella cittadine di Mitrovica, roccaforte della minoranza serba che resiste alla dominazione del Kosovo da parte della maggioranza albanese. Il primo ministro nazionalista serbo Vojislav Kostunica ha accusato le forze Nato di aver impiegato "cecchini e armi vietate" contro i manifestanti serbi che avevano occupato il tribunale locale delle Nazioni Unite. Secondo la Nato, però, durante gli scontri i ribelli serbi hanno sparato, lanciato granate e bottiglie Molotov sui soldati della Kfor. Un poliziotto ucraino dell'Onu di 25 anni è stato ucciso da una granata serba e un manifestante è stato gravemente ferito da un proiettile che lo ha colpito alla testa. "Facciamo una chiara distinzione fra cittadini e assassini", ha detto Cotard, sottolineando che, in circostanze simili a quelle del 17 marzo, i soldati erano autorizzati ad usare "tutti i mezzi appropriati". Il francese Cotard ha detto che la Kfor ha analizzato una delle decine di bombe a mano lanciate durante gli scontri contro le truppe internazionali, che è risultata essere una granata M75 di fabbricazione jugoslava contenente circa 3000 biglie di acciaio. "Si usa per uccidere più gente possibile durante un assalto", ha detto il portavoce. http://it.notizie.yahoo.com/rtrs/20080326/tts-kosovo-nato-avverte-ca02f96.html