mercoledì 12 marzo 2008

"Spinello war" tra Belgio e Olanda

Il Tribunale di Maastricht ha vietato il dislocamento dei coffee-shop nella cittadina di Eijsden. Ma il sindaco ripresenterà il piano, vuole porre fine al "turismo della canna". I comuni del vicino Belgio non ci stanno. Il braccio di ferro dura da due anni e sembra destinato a non finire. Il Tribunale di Maastricht ha inflitto oggi al suo sindaco la prima sconfitta nella disputa sulla dislocazione dei coffee-shop della città (i locali dove si fumano liberamente hashish e marijuana), che Gerd Leers è intenzionato a spostare in periferia. I giudici olandesi hanno accolto le proteste dei comuni vicini e bloccato il progetto del primo cittadino, ricordando che la dislocazione dei locali non risolverebbe i problemi associati al «turismo della canna», ma li sposterebbe semplicemente dal centro della città avvicinandoli ai municipi vicini. Il piano messo a punto da Gerd Leers , stufo, come il collega di Amsterdam Job Cohen, del «turismo della canna» - che attrae nella cittadina circa 4 mila giovani ogni giorno - ha suscitato polemiche fin dalla prima presentazione e approvazione da parte del Consiglio comunale. Leers vorrebbe spostare lo Smokey, lo Smurf e il Mississippi, i tre coffee-shop storici della città, nella vicina Eijsden, sempre olandese ma a due passi dal confine con il Belgio, dove ha architettato la creazione di un vero e proprio «supermercato dello spinello», un centro di attrazione degli habituets delle droghe leggere. Nel suo piano c'è anche l'intenzione di spostare altri locali vicino al confine con la Germania, dove, come in Belgio, il possesso di cannabis per uso personale è autorizzato, ma la vendita non è legalizzata. Il comune di Eijsden giudica il piano illegale e ha protestato fin dall’inizio: i coffee shop proprio non li vuole ospitare. E anche i comuni belgi di Voeren e Vise, che si trovano a una manciata di chilometri dalla frontiera, paventando il contagio del traffico e del rumore, hanno presentato le loro lamentele e fatto appello al Tribunale. Ma il battagliero sindaco di Maastricht non molla: anche di fronte alla decisione dei giudici, Leers ha annunciato di voler continuare la sua battaglia. «Proseguiremo sulla nostra strada» ha dichiarato oggi nel commentare la sentenza, che in ogni caso, ha sottolineato, «non cancella il nostro piano». Il primo cittadino presenterà presto una nuova domanda di dislocazione dei coffee-shop, e non solo. Il suo nuovo progetto, ha già annunciato, includerà anche l'installazione di telecamere sull'autostrada che dal Belgio porta a Maastricht, che registreranno le targhe delle auto in transito. http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=197&ID_articolo=290&ID_sezione=404&sezione=In%20diretta%20da%20Bruxelles

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