sabato 5 aprile 2008

Elezioni, lo sconcio del mercato delle promesse

Abolizione dell’Ici sulla prima casa, detassazione degli straordinari e dei premi di produttività, piani di rilancio delle opere pubbliche, aumento delle pensioni minime (chi dice di quattrocento, chi di mille euro) riduzione delle aliquote per scoraggiare o ridurre al minimo l’evasione fiscale, salari minimi di almeno mille euro al mese ai precari, aiuti alle famiglie più povere almeno con un bonus di 600 euro annui, abolizione della tasse di successione sui grandi patrimoni, costruzione di migliaia di case popolari, voto per le amministrative (non queste, le prossime) agli immigrati. Non mi ricordo se c’è o no, in questa campagna elettorale, la proposta della riduzione del tetto massimo delle tasse al 33 per cento. Non me lo ricordo, non lo trovo, e per la verità non me ne importa granché per quello che andrò a dire. Perché quelle che avete appena letto sono solo alcune delle decine e decine di promesse che Berlusconi (Cavaliere del Pdl) e Veltroni (grande sognatore del Pd) hanno avanzato agli italiani in questa campagna elettorale.Delle altre promesse non stiamo neanche a parlare perché tanto sarebbe tempo perso. Anche perché, secondo me, potrebbero sembrare poca cosa in confronto a quelle che (presumibilmente) i leader che si contendono la vittoria faranno in questi ultimi giorni di campagna elettorale. Il conto alla rovescia per gli appuntamenti del 13 e 14 aprile è cominciato e chissà cosa si inventeranno Silvio e Walter per quei milioni di elettori ancora indecisi. Qualcosa di grosso, di grande, di clamoroso. Perché i boom finali contano e parecchio. Basta ricordare la rimonta che alle passate elezioni, negli ultimi giorni di campagna elettorale, fece Berlusconi su Prodi. La promessa dell’abolizione dell’Ici, annunciata in un duello televisivo faccia a faccia, lo portò praticamente a pareggiare la partita, quando tutti lo davano già per spacciato di vari punti percentuali. Continua ... http://club.quotidiano.net/?q=node/2003

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