domenica 15 giugno 2008

Come si può far credere che le intercettazioni della magistratura siano davvero il problema centrale per la tranquillità del Paese? di Franco Siddi

Come si può far credere che le intercettazioni della magistratura siano davvero il problema centrale per la tranquillità del Paese? Salvo prove contrarie, la magistratura ordina indagini e intercettazioni verso delinquenti abituali o fortemente sospettati di esserlo. E tra questo ci sono terroristi, camorristi, mafiosi e aspiranti tali, ma loro simili con camicia griffata o in camice bianco che amano rischiare ai limiti o fuori dalla legge in campo finanziario o peggio sulla salute di ignari cittadini.Gli esempi non mancano. Tre giorni fa magistratura e Guardia di Finanza hanno scoperto un gravissimo caso di malasanità, indagando su morti sospette in una clinica privata. I finanzieri hanno dichiarato che senza le intercettazioni mai si sarebbe potuto trovare il bandolo di una matassa intricata, per quanto la conclusione spetti alle sentenze dei giudici. I giornalisti e i giornali ne hanno dato conto, riferendo giustamente, anche di intercettazioni disponibili che aiutano a capire il caso in tutta la sua enorme delicatezza.Gli inquirenti, in questo caso, hanno potuto indagare utilizzando strumenti appropriati. I giornali hanno potuto darne conto assicurando il diritto dei cittadini a sapere, a conoscere fatti sui quali non solo formarsi liberi convincimenti ma anche promuovere le necessarie correzioni di rotta.La Fnsi con i giornalisti italiani si sono detti pronti ad accettare la sfida della responsabilità e della riforma profonda dei loro strumenti e di quelli di garanzia dei cittadini rispetto all’informazione. Al Governo, alla maggioranza e all’opposizione, la Giunta della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha rivolto l’invito alla riflessione, alla moderazione, all’apertura immediata di un confronto riformatore. Ogni altra strada non potrà che essere giudicata una scelta autoritaria da contrastare con la più chiara determinazione. A tutti i giornalisti italiani e ai loro direttori agli editori che hanno espresso preoccupazione per quando sta accadendo in questi giorni, un appello a far emergere con chiarezza nelle pagine di informazione scritta o radiotelevisiva e telematica i nodi essenziali delle questioni in discussione, perché la forza dei fatti valga più di qualsiasi comunicazione di propaganda o di convenienza poli.
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