martedì 3 giugno 2008

Nessuna predica sui diritti umani dall'Onu che non si vergogna per Darfur, Tibet e Zimbabwe

Bologna, 3 giugno 2008 - A giudicare dalle dure parole usate dall'Alto Commissario (fortunatamente uscente) Onu per i diritti umani, l'Italia è diventata un lager nazista dove non passa giorno senza che si incendino campi rom, si perseguitino gli stranieri, si faccia terra bruciata attorno a loro, in un crescendo xenofobo che rievoca pogrom e persecuzioni. Ci sarebbe da piangere se non ci fosse da ridere di fronte all'ultima predica che arriva dal Palazzo di Vetro, autentico concentrato di ipocrisia e di ignavia in materia di diritti umani.
Basta nominare tre parole, Darfur, Tibet e Zimbabwe, rimanendo sulla stretta attualità, per chiedere alla signora Louise Arbour che cosa diavolo abbia fatto per tutelare i diritti umani in queste tre aree del mondo dove vengono sistematicamente e letteralmente massacrati ogni giorno, senza che l'Onu faccia qualcosa di decente per giustificare la sua presenza e il suo ruolo.
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