(ASCA) - Roma, 1 ago - Meno 10% alla stalla dall'inizio del 2008 e piu' 11,1% al consumo nell'ultimo anno (luglio 2007-luglio 2008). Il prezzo del latte segna un divario sempre piu' accentuato tra la produzione e il dettaglio con incrementi che, nei vari passaggi di filiera sino alla tavola, arrivano anche al 300 per cento. E' quanto sostiene la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) preoccupata per una situazione che vede gli allevatori, oberati da crescenti costi produttivi, ancora senza alcun contratto sul prezzo, se non alcune eccezioni, e a vendere in modo non certo remunerativo e i consumatori costretti a fare i conti con rincari sempre piu' evidenti. ''E' quanto mai opportuna l'attenzione che l'Antitrust comincera' a rivolgere al settore lattiero-caseario, sulla stregua di quello che e' stato fatto per pane e pasta''. Il quadro per le aziende zootecniche produttrici di latte, rileva la Cia ''e' sempre piu' allarmante. Al momento manca un accordo interprofessionale. Ci sono soltanto intese con singole industrie trasformatrici. Il prezzo pagato all'allevatore e' piu' basso di quello di un anno fa e i redditi, purtroppo, continuano ad essere tagliati. Una situazione di grave incertezza che e' resa ancora piu' difficile dagli aumenti dei costi di produzione. I mangimi, nello scorso mese di giugno, sono cresciuti, rispetto allo stesso periodo del 2007, del 15,2 per cento. Quelli utilizzati per i bovini hanno avuto un aumento del 17,2 per cento, mentre i cruscami sono lievitati del 12,6 per cento e per i panelli e le farine e' stato un vero ''boom''del 24,4 per cento''. A pesare sulle imprese zootecniche da latte anche il ''caro-petrolio''. ''I prodotti energetici - ricorda la Cia - sono aumentati, sempre a giugno scorso, del 10,4% (+12,4% i carburanti, +9,3% l'energia elettrica). Costi che sono destinati a crescere vista la corsa irrefrenabile del barile di greggio che continua a toccare sempre nuovi record''. Per questa ragione la Cia conferma la sua mobilitazione sul territorio ''proprio per arrivare al piu' presto ad un valido accordo di filiera che consenta di stabilire un prezzo del latte alla stalla piu' equo e un meccanismo di adeguamento rispetto agli andamenti del mercato''.
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