CI VUOLE la sfrontata fantasia di Silvio Berlusconi per attaccare il Pd sulla questione morale. Perché anche chi ha criticato la ventata populista dei primi anni Novanta, e non ha mai pensato che i giudici possedessero la chiave della rivoluzione politica, non può avere dimenticato la sequela di leggi ad personam volute dal capo del centrodestra, tutte tese a legare le mani a procure e tribunali, dal decreto Biondi del 1994 fino al "lodo Alfano". Il centrodestra ha dedicato quasi 15 anni a regolare i conti con la magistratura (le "toghe rosse", nel lessico berlusconiano). Alla fine, vinta la sua guerra personale, Berlusconi si è assunto tutte le responsabilità politico-penali della prima Repubblica, concludendo che i magistrati sono i veri colpevoli di ciò che ha spezzato una "storia di sviluppo e di libertà". Se si accetta il teorema di un sequestro della vita pubblica operato nei primi anni Novanta da Mani pulite, con il corollario di una lotta per la vita, durata fino a oggi, fra la politica e la giustizia, risulta facile chiudere il sillogismo argomentando che in questi giorni si assiste alla vendetta della giustizia contro chi pretese di cavalcarla, salvandosi immeritatamente dalla tempesta che travolse il sistema politico-affaristico di Tangentopoli.
Continua ...
http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/politica/giustizia-4/berselli-8dic/berselli-8dic.html
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