Roma, 7 feb. (Adnkronos Salute) - Una bambola vivente è stata realizzata mettendo insieme cellule umane di un tumore del fegato. Ha in tutto e per tutto l'aspetto di un pupazzetto ed è 'figlia' di un gruppo di ricercatori dell'università di Tokyo, guidati da Shoji Takeuchi. Potrebbe servire a testare nuovi farmaci in condizioni molti più simili a quelle che sono all'interno dell'organismo, e aprire nuove strade per la medicina rigenerativa. L'equipe nipponica ha messo a punto l'innovativa tecnica che ha poi dato vita alla bambola, di appena 5 millimetri, riferisce il 'New Scientist'. Una metodica che permette di modellare i tessuti, come fossero 'pongo', in qualsiasi struttura si vuole creare. Sono state utilizzate circa 100mila fibre di collagene da usare come 'colla', mischiate con le cellule prelevate da una coltura di tessuto tumorale umano e poi fissate su una strutta simile a un corpo, di dimensioni ovviamente ridotte. Il prodotto finale è, al di la delle aspettative, molto più vicino a un tessuto vivente che a una collezione di cellule cresciute in laboratorio. L'intenzione dei ricercatori è far crescere diverse bambole a base di diversi tipi di cellule: potrebbero anche funzionare come interi organi da utilizzare nei test clinici, spiega Takeuchi.
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