Roma, 7 feb. (Apcom) - La Turchia è uno Stato laico con una popolazione a maggioranza musulmana, nonché Paese membro della Nato e principale alleato di Israele nella regione: un paradosso che fa bene alla politica e al commercio - e alla cooperazione militare - ma che, in vista delle elezioni del 29 marzo, può far male alla campagna elettorale dell'Akp di Recep Tayyip Erdogan, partito moderato che non può dimenticare di essere islamico. Questa è una delle chiavi in cui leggere le crescenti polemiche fra la Turchia e lo Stato ebraico, culminate oggi nell'apertura di un'inchiesta da parte della Procura di Ankara sulla natura dell'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza: operazione militare che secondo l'ong turca che ha presentato la denuncia ammonterebbe a genocidio, tortura e crimini contro l'umanità. Una querelle giudiziaria che si aggiunge a quella spagnola, dopo che l'Audiencia Nacional di Madrid ha aperto pochi giorni fa un fascicolo contro l'ex ministro della Difesa israeliano Binyamin Ben Eliezer per un bombardamento israeliano nella Striscia avvenuto nel 2002 e costato la vita a 14 civili. La legge turca, come quella spagnola, permette infatti di perseguire i reati di genocidio e crimini contro l'umanità anche se avvenuti fuori dal territorio nazionale.
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