Si può combattere la camorra anche senza armi. Senza manette. Senza divise decorate da gradi. Don Luigi Ciotti ci crede. E lo fa. Da anni. Stringendo gli occhi come fessure nei momenti più duri. Aprendosi in un sorriso quando le mafie devono cedere il passo alla forza e allo spirito della legalità. Come sarà tra breve, sabato 21 marzo, equinozio di primavera. In tutti i sensi, nella lotta alla criminalità organizzata. «Saremo tantissimi nel corteo che sfilerà per Napoli, verranno giovani da tutto il mondo, rappresentanti di almeno 30 nazioni», assicura con entusiasmo contagioso il fondatore di Libera e il primo animatore della "Giornata della memoria e dell'impegno" in ricordo delle vittime delle cosche. Luigi, come invita tutti a chiamarlo, crede ostinatamente nell'esempio e nella parola. E riesce a vedere la speranza anche lì dove potresti annegare nel più cupo pessimismo. «Chi perde la vita per la giustizia, le vittime innocenti, in realtà donano la loro esistenza per un ideale superiore. Tracciano una strada che noi abbiamo il compito di seguire e il dovere di non dimenticare».
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