mercoledì 29 aprile 2009

I «reumatici» sul web pari sono - pazienti che soffrono di patologie reumatiche si rivolgono alla rete senza più distinzione di sesso

MILANO - Se nel 2001 erano soprattutto gli uomini a rivolgersi al web per informazioni riguardanti la salute, nel 2006, per lo meno in Germania, il gap era già stato colmato. A distanza di cinque anni da una precedente indagine, un gruppo di ricercatori di diverse città tedesche ha sottoposto un questionario sull’uso di internet a più di 150 persone che si rivolgevano a un ambulatorio di reumatologia perché ammalati di artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico o spondiloartrite. Vista la maggior frequenza di queste patologie nel sesso femminile, c’era da aspettarsi che tra le intervistate ci fossero più donne, che infatti erano quasi sette su dieci. Quello che gli studiosi non si aspettavano, invece, era che il gentil sesso avesse ormai completamente superato l’iniziale diffidenza verso le nuove tecnologie, emersa in un’analoga inchiesta condotta cinque anni prima. Tra i malati che hanno dichiarato di utilizzare regolarmente internet, infatti, la percentuale di uomini e donne era equivalente, così come paragonabile era il tempo medio trascorso al computer, passato da una media di meno di tre ore la settimana nel 2001 a più di sei ore la settimana nel 2006.
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