sabato 13 giugno 2009

Nuove Br: amici imputati in corteo Per protestare contro condizioni carcerarie dei detenuti

(ANSA) - MILANO, 13 GIU - Dopo la sentenza alcune decine tra di parenti degli imputati al processo alle nuove Br hanno improvvisato un corteo di protesta. La manifestazione spontanea, lungo le vie che circondano il carcere milanese di San Vittore, per protestare contro le condizioni carcerarie in cui versano i condannati. C'e' stato anche qualche istante di tensione con i giornalisti ai quali un manifestante ha rivolto insulti.
Quattordici condanne e tre assoluzioni sono state emesse dai giudici della I Corte d'Assise di Milano nei confronti dei 17 imputati al processo sulle nuove Brigate rosse. Le pene inflitte dalla corte sono state inferiori, in alcuni casi quasi la metà, rispetto alle richieste che erano state avanzate dal pm Ilda Boccassini: si va dai 15 anni inflitti, ad esempio, a Davide Bortolato e Claudio Latino, ai 10 giorni con sospensione condizionale della pena e non menzione per Giampietro Simonetto. Alcuni degli imputati sono stati condannati a risarcire in solido i danni al senatore e giuslavorista Pietro Ichino, liquidati dalla Corte d'Assise in via definitiva in 100mila euro. Ichino, secondo l'accusa, era nel mirino del gruppo del Partito comunista politico-militare. Tre giudici popolari della Corte erano stati sostituiti nell'ultima udienza del processo alle Nuove Brigate Rosse, il 4 maggio scorso, dopo aver presentato al presidente del Collegio, Luigi Cerqua, dei certificati medici e per “motivi familiari”. Una circostanza che ha suscitato l'ira delle difese. «Questa sostituzione all'ultimo minuto getta un'ombra sul rispetto delle procedure - è il commento dell'avvocato Giuseppe Pelazza. Ancora più duro il suo collega Ugo Giannangeli: «Non ho mai visto niente di simile in oltre trent'anni di carriera; si sono scelti la formazione per la sentenza». «A nostro giudizio quella pronunciata è una sentenza che dimostra come gli spazi di democrazia siano ormai azzerati», commentano i due legali. «Il tribunale speciale degli anni '20 e '30 -aggiungono- era più rigoroso e garantista. E questa valutazione non è inficiata dalle tre assoluzioni e dalle diminuzioni di pena rispetto alle richieste fantasmagoriche che erano state avanzate dal pm».
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