lunedì 20 luglio 2009

Onorevoli "mani bucate": quanto ci sono costati Camera e Senato nel 2008

Sono passati appena due anni dall’esplosione del tormentone che ha accompagnato la fase finale dello sciancato governo Prodi II, eppure sembrano passati decenni. Ciò che prima sembrava essere una questione dirimente della politica italiana ora è solo un ricordo sbiadito. Eppure allora non si parlava d’altro: "la casta". Fu sufficiente la pubblicazione nel maggio del 2007 del celebre ed omonimo libro scritto da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo per dar vita ad un tema politico che fu determinante nel crollo dei consensi ad un centrosinistra già alla deriva. Da maggio a novembre, ogni quotidiano pubblicava almeno un articolo al giorno sulla questione dei "costi della politica", Rizzo e Stella in un giorno scrivevano a riguardo più di quanto il Sommo Poeta avesse scritto in tutta la sua esistenza, Grillo pubblicava post a raffica, oltre che sui condannati in Parlamento, sui costi del mantenimento di questa classe politica allo sfacelo. Tra il 21 aprile e il 23 aprile scorsi, Camera e Senato hanno pubblicato i resoconti di bilancio per l’anno 2008. Repubblica e Corriere in primis nel 2007 cavalcavano a spron battuto la campagna di "moralizzazione e sobrietà" della classe politica. Ora Repubblica dedica un articoletto al bilancio presentato al Senato (in cui la "colpa" delle spese viene fatta ricadere quasi esclusivamente sui vitalizi dei senatori non rieletti e si esaltano le promesse virtuose di Schifani) e basta. Il Corriere dorme completamente.
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