“Cuffaro ha cercato il contatto con l’organizzazione criminale per vincere le elezioni del 1991, quando era candidato alle Regionali nella lista della Democrazia Cristiana”. Per questo andò a chiedere i voti ad Angelo Siino, colui che gestiva per conto della mafia il rapporto con le amministrazioni siciliane e con gli imprenditori per l’assegnazione dei lavori pubblici.
È quanto ha affermato oggi il procuratore di Palermo, Nino Di Matteo, durante la requisitoria del processo per concorso esterno in associazione mafiosa che si sta celebrando in abbreviato a carico dell’ex Presidente della regione siciliana Salvatore Cuffaro. “Altro che ‘la mafia fa schifo’”, slogan utilizzato dall’ex Governatore nella sua campagna contro l’organizzazione mafiosa, “Cuffaro – ha detto Nino Di Matteo - ha cercato il contatto con l’organizzazione criminale per vincere le elezioni” che quell’anno lo fecero arrivare all’Ars grazie a 80 mila preferenze. L’ex deputato, ha spiegato ancora il magistrato, “non è un politico qualunque e questo non è un qualunque processo di mafia e politica. Stiamo processando un esponente politico di primo piano, attualmente Senatore della Repubblica eletto dopo una condanna per favoreggiamento a mafiosi”. Una Pena che nel 2008 aveva causato le sue dimissioni ma che non gli fu di ostacolo per giungere a Palazzo dei Marescialli. Il Pubblico Ministero ha così snocciolato in aula le parti salienti dell’inchiesta nata dalle ceneri di quella sulle “Talpe” in Procura.
Continua ...
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