Un consorzio, presieduto da uno degli arrestati, legava le aziende palermitane con quelle fiorentine.
PALERMO. Un consorzio di 23 imprese con sede a Firenze e presieduto da uno degli arrestati. È uno dei retroscena che viene fuori dei primi interrogatori nei confronti degli imprenditori e esponenti mafiosi finiti in carcere nei giorni scorsi nell’ambito del blitz che ha permesso alla polizia di scoprire una fitta rete di nomi insospettabili partendo dalla figura di Vincenzo Rizzacasa, ingegnere, ex preside in un istituto superiore della provincia di Palermo.La Toscana, viene fuori, sarebbe stata una delle mete scelte dagli uomini ritenuti vicini ai boss per esportare i propri affari, mentre tra i business non andati a buon fine c’è la storia di una lottizzazione fallita a Carini, sulla costa del capoluogo.Altri dettagli nelle pagine del Giornale di Sicilia in edicola oggi.
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