ROMA - Gianfranco Fini, scorrendo le agenzie con le nuove parole incendiarie di Berlusconi, ha scrollato la testa. Nessuna dichiarazione, nessuna censura pubblica, per non rovinare il clima di fragile tregua siglata sulle intercettazioni, ma è chiaro che al presidente della Camera quella messa in mora della Costituzione "catto-comunista" non sia piaciuta affatto. "Berlusconi - ha spiegato ai suoi - si lamenta, ma ancora non abbiamo capito il governo cosa vuole fare sulle riforme, quale sia il progetto, quale idea abbia il Pdl al riguardo. Mi sembra il solito polverone". Insomma, secondo i finiani, per comprendere le ragioni di questo innalzamento dei toni del Cavaliere è più utile guardare al momento politico che non al merito. Tanto più che, come conferma il sottosegretario Aldo Brancher, ad oggi un progetto del governo sulle riforme costituzionali ancora non c'è. Lunedì scorso ci sono state le prime audizioni davanti alle commissioni affari costituzionali di Camera e Senato, ma palazzo Chigi ancora deve stendere un articolato.
"Berlusconi - sorride il finiano Carmelo Briguglio - usa la tecnica della seppia: quando è in difficoltà schizza fuori una nuvola nera per confondere i suoi aggressori". E, in questo momento, Berlusconi di "aggressori" ne vede un po' ovunque. Ieri se ne è lamentato con Gianfranco Micciché, che lo è andato a trovare a palazzo Grazioli: "Non smettono mai di attaccarmi, ora mi danno persino del fascista! Ma più mi attaccano e più mi carico". Non ci sono soltanto i nemici alla Di Pietro. La minaccia più grande è quella che proviene dalle procure che stanno indagando sugli appalti. E non è un caso che, per due giorni di seguito, il premier in pubblico se la sia presa con i pm difendendo la Protezione Civile e smentendo l'esistenza di una "cricca". In una pausa dei lavori della Camera, Maurizio Lupi confida il cruccio che sta assillando Berlusconi: "Bisogna mettersi nella sua testa. Lui considera la gestione post-terremoto come il capolavoro politico del governo e vede i magistrati all'opera per distruggere l'immagine di quanto è stato compiuto". Magistrati, Di Pietro ("è più pericoloso dei comunisti", ha detto il Cavaliere a un imprenditore). Ma la minaccia più insidiosa è quella che proviene dall'interno. "Berlusconi - spiega un ministro forzista - prima è sembrato subalterno di Tremonti nella definizione della manovra, poi ha dovuto ingoiare le richieste di Fini sulle intercettazioni. Adesso cerca di riprendersi il suo ruolo di guida della coalizione". E le riforme costituzionali, agli occhi del premier, presentano il doppio vantaggio di essere "a costo zero" e di distogliere l'attenzione dai pesanti sacrifici della finanziaria.
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http://www.repubblica.it/politica/2010/06/10/news/gianfranco_irritato_dagli_attacchi_del_premier_alza_polveroni_ma_sulle_riforme_siamo_a_zero-4710494/
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