giovedì 10 giugno 2010

La Casta colpisce ancora: salvato dall’arresto il Senatore Vincenzo Nespoli

Il caso Nicola Cosentino aveva procurato il primo vero scossone all’interno del governo. L’incriminazione a suo carico per concorso esterno in associazione camorristica, la richiesta d’arresto a suo carico (respinta dalla Camera dei Deputati) e quella successiva di utilizzo delle intercettazioni (fondamentali per il processo ma respinte dalla Giunta per le Autorizzazioni di Palazzo Montecitorio) erano riuscite a mettere in subbuglio l’intera maggioranza, tanto da portare alla rinuncia del sottosegretario all’Economia alla candidatura per le regionali di marzo in Campania e alle sue dimissioni dall’esecutivo (immediatamente rientrate dopo un colloquio chiarificatore con il premier in persona).Il secondo caso celebre della sedicesima legislatura, quello dell’ex senatore Nicola Paolo Di Girolamo, si è concluso ancora più "drammaticamente": con le sue dimissioni forzate dall’incarico di rappresentate del popolo alla "camera alta" e con l’esecuzione dell’arresto.Martedì, alle ore 17:40, la Giunta per le Autorizzazioni del Senato dava il via alla seduta per la discussione della richiesta d’arresto emessa dal GIP di Napoli, Alessandro Buccino Grimaldi, nei confronti del Senatore Vincenzo Nespoli (PDL). Dopo appena un’ora di discussione, la Giunta rigettava la richiesta di misura cautelare emessa dal Tribunale di Napoli. E garantiva ancora una volta lo status di libero cittadino ad un Senatore della Repubblica pluri-indagato.
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