Col testo unico in materia di governo delle attività cliniche la maggioranza scardina regolamenti che dettano modalità di offerta del servizio medico. Per i medici intramoenisti possibilità di lavorare anche al di fuori dei confini del pubblico. “Una sorta di liberalizzazione”, denuncia l’opposizione.
“Sara’ come per un giornalista lavorare la mattina in Rai e il pomeriggio a Canale 5. Il regolamento sull’intramoenia è stato deciso probabilmente dopo la stangata agli stipendi della manovra, è come dire ai medici ‘lavorate dove vi pare perchè qui abbiamo raschiato il fondo“. E’ il deputato dell’Idv Antonio Palagiano, capogruppo per il suo partito in commissione Affari Sociali della Camera, a denunciare il rischio che con le norme oggi in aula, il testo unico contenente “disposizioni in materia di governo delle attività cliniche” si possa dare piena libertà ai medici di lavorare nel settore privato senza alcun limite.
LIBERALIZZAZIONE – Sotto la lente di ingrandimento, quindi, l‘articolo 9 del provvedimento all’esame di Montecitorio:, che recita “E’ facoltà dell’azienda sanitaria locale od ospedaliera non attivare, o attivare solo parzialmente, la libera professione intramuraria. In caso di attivazione, la stessa è gestita dall’azienda mediante un centro unico di prenotazione, con spazi e con liste separati e distinti tra attività istituzionale e attività libero-professionale, con pagamento delle prestazioni e con ripartizione dei proventi secondo modalità e termini fissati da linee guida regionali“. E in caso contrario?
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