Mercoledì 9 giugno il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato una quarta tornata di sanzioni contro la repubblica islamica per il suo programma nucleare, che secondo le potenze occidentali servirebbe a sviluppare armi atomiche. Un'accusa sempre respinta dall'Iran, paese firmatario del Trattato di non proliferazione (Tpn), le cui attività nucleari vengono regolarmente ispezionate dall'Aiea. Sotto pressione degli Usa e i loro alleati, l'Iran viene continuamente minacciato di essere attaccato da Israele, mentre quest'ultimo è in possesso di almeno 200 testate atomiche. A questo riguardo parliamo con Giorgio S. Frankel, analista di questioni internazionali e giornalista professionista indipendente, esperto di Medio Oriente e Golfo Persico.
Lei ultimamente ha scritto un libro intitolato "l'Iran e la bomba". Ce ne parli di più.
È un libro che parla di vari punti. Non entro nei dettagli tecnici, ma sottolineo il fatto che nel 2007 le 16 agenzie di intelliegence degli Stati Uniti dissero che l'Iran aveva sospeso e chiuso i suoi programmi militari nucleari già nel 2003. L'intelligence americana ha confermato questo punto di vista anche alcuni mesi or sono, quindi dico che grosso modo l'opinione è quello. È un problema molto lungo. Sono 20 anni che Israele parla di questa incombente minaccia nucleare iraniana che a quanto pare non si concretizza. Allo stesso modo sono 18 anni che Israele dice che prima o poi dovrà attaccare l'Iran ma non lo fà, quindi sono questi tempi lunghissimi (di questa vicenda) che fanno pensare che ci sia una fortissima componente propagandistica da parte dell’Occidente. Un'altro aspetto del libro che cerco di inquadrare è questo problema che nell'ambito di una situazione mediorientale estremamente complessa in cui ci sono almeno due fattori chiave; uno è il conflitto di Israele nei confronti dell'Iran. Mi spiego subito; Israele ha inventato letteralmente la minaccia iraniana nel 1992 quando stava per diventare presidente negli Stati Uniti, Bill Clinton, nel momento in cui l'Iran era molto debole dopo la terribile guerra con l'Iraq e in un momento in cui essendo finita la guerra fredda Israele temeva che nel Medio Oriente sarebbe stato declassato dal punto di vista di strategia globale e quindi sarebbe diminuito l’importanza strategica d’Israele.
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http://italian.irib.ir/analisi/interviste/item/82984-giorgio-frankel-iran-è-sotto-pressioni-usa-mentre-israele-alleato-di-washington-rappresenta-una-minaccia-nucleare-globale
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