mercoledì 26 gennaio 2011

Caso Ruby: la Procura invia alla Camera altre 300 pagine di documenti

Intanto Carfagna e Prestigiacomo difendono il premier

Caso Ruby: la Procura invia alla Camera altre 300 pagine di documenti

ore 14:56 -

ROMA - Aumentano le prove che la Procura di Milano ha inviato alla Camera dei Deputati per ottenere l'autorizzazione a perquisire lo studio del ragionier Spinelli, contabile del premier. L'ha comunicato oggi il Presidente della Camera Gianfranco Fini ai deputati, come comunicazione di prassi quando si trasferiscono atti ad un organo della Camera; in questo caso la Giunta per le autorizzazioni a procedere. SI prospettano quindi novità nei prossimi giorni, man mano che il contenuto di questa nuova documentazione verrà resa pubblica. Si è saputo anche che la Procura di Milano ha inviato un invito a comparire a Nicole Minetti, igienista dentale del premier e consigliera regionale della Lombardia, già indagata in questa vicenda per sfruttamento della prostituzione. Intanto scendono in campo le ministre a difendere il Presidente del Consiglio, sia pure con molta cautela ed incertezza. Comincia il Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna, parlando di "un atto di persecuzione, spionaggio e invadenza senza precedenti nella storia della Repubblica italiana con la casa del presidente del Consiglio tenuta sotto osservazione da più di un anno". Meno decisa quando si parla dei fatti concreti: "Non spetta a me dare un giudizio morale su comportamenti che per altro non sono stati accertati. Se verrà accertato che i fatti che leggiamo sui giornali corrispondono al vero, il mio giudizio andrà in una direzione; se no in un'altra". Anche il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo difende i rapporti del premier col Vaticano: "I rapporti tra governo e Vaticano sono ottimi ed esiste una positiva sintonia fra le iniziative del governo e la sensibilità del mondo cattolico". Anche se a quest'ultima cosa appare difficile credere, visto che oggi, nel nuovo numero di Famiglia cristiana, il direttore Antonio Sciortino dice: "La misura era colma. Così come l'indignazione. Al punto che era impossibile tacere di fronte alle squallide vicende del presidente del Consiglio. Il mondo cattolico ha reagito compatto, più che in passato e se una parte di esso fatica ad aprire gli occhi e, giustamente, chiede prudenza e attesa dell'esito dei procedimenti, a torto tace sul rispetto delle istituzioni e sulla chiarezza da fare nelle sedi competenti. E in tempi rapidi, per fugare anche il minimo sospetto che chi guida il paese e lo rappresenta, lo fa calpestando il decoro che l'alto ruolo richiede. Anche secondo la carta costituzionale".

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